Il mercato finanziario ha visto un rimbalzo dei rendimenti dai minimi recenti, con particolare attenzione all'inflazione nell'eurozona. Il rendimento dei titoli di stato italiani a 10 anni è salito al 3,7690%, rispetto al minimo di ieri al 3,6890% e al massimo di dicembre al 4,0280%. Nel frattempo, il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni è al 2,4635%, in aumento rispetto al minimo di ieri al 2,3950% e al massimo di novembre al 2,6455%. Mentre il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è al 4,3710%, rispetto al minimo di ieri al 4,3110% e al massimo di novembre al 4,7450%. Infine, il rendimento dei bond del Tesoro USA a 30 anni è al 4,5120%, in aumento rispetto al minimo di ieri al 4,4730% e al massimo di novembre al 4,8410%.
Nel contesto attuale, si prevede uno scenario stabile per i tassi di interesse, con i rendimenti che si riprendono rispetto ai minimi di ieri. I dati economici deboli degli Stati Uniti riguardanti l'edilizia e la produzione industriale confermano il rallentamento dell'inflazione, portando a ipotizzare un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre e fino a tre tagli entro la fine del 2024. Per la BCE, si registra un calo delle probabilità di riduzione dei tassi, ma resta alta l'attenzione sull'inflazione nell'eurozona.
Le aspettative per le mosse della Fed e della BCE sono monitorate attentamente, con il CME FedWatch Tool che indica una probabilità del 91% di tassi invariati nella riunione del 12 giugno. Le probabilità di tagli ai tassi nelle prossime riunioni variano, ma si nota una tendenza al ribasso rispetto alle aspettative precedenti.
Infine, l'agenda macroeconomica della settimana prevede un focus sull'inflazione nell'eurozona, che potrebbe influenzare ulteriormente le decisioni sui tassi di interesse.
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