I rendimenti dei titoli di Stato nell'eurozona sono in calo dopo aver raggiunto nuovi massimi pluriennali. Il rendimento del BTP decennale si attesta al 4,88%, dal 5,013% (massimo da novembre 2012), mentre quello del Bund si posiziona al 2,93% dal 3,023% (massimo da luglio 2011).
Anche i rendimenti dei titoli di Stato USA sono in netto calo: il T-Note a 10 anni si attesta al 4,73% dal 4,887% (massimo da giugno 2007), mentre il T-Bond a 30 anni si posiziona al 4,87% dal 5,013% (massimo da agosto 2007).
Non si registrano segnali macroeconomici che giustifichino questo movimento, suggerendo che gli acquisti siano scattati per motivazioni tecniche. In settembre, negli USA, il numero di nuovi lavoratori dipendenti non agricoli (ADP) è stato di 89.000, in ulteriore rallentamento rispetto alle 180.000 di agosto e alle 371.000 di luglio, e ben al di sotto del consensus fissato a 150.000.
In agosto, nelle eurozona, le vendite al dettaglio sono diminuite del 2,1% anno su anno, rispetto al declino dell'1,2% previsto dal consensus.
Dal punto di vista grafico, il rendimento del BTP a 10 anni è ancora in lotta con una significativa resistenza di lungo periodo intorno al 4,95%. Un superamento di questo livello potrebbe riattivare il rally iniziato a febbraio 2021, portandolo verso il 6,05-6,10% almeno. Il rendimento del Bund decennale si mantiene agevolmente sopra l'ostacolo corrispondente (a 2,77%), confermando il segnale rialzista con un obiettivo sul massimo del 2011 al 3,51%.
Anche il T-Note decennale si mantiene a distanza di sicurezza dalla precedente resistenza a 4,30-4,35% e sembra ben posizionato per estendersi verso l'area del 5,15%. Il T-Bond trentennale scende per testare le precedenti resistenze a 4,80-4,85% (massimi visti tra il 2008 e il 2011): il mantenimento di questi livelli confermerebbe la prospettiva di un'estensione verso circa il 5,40%.
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