La recente riduzione dello spread Btp-Bund, tornato a valori pre-ottobre, non è tanto legata all'effetto Moody’s, quanto piuttosto alla diminuzione dell'inflazione nell'area euro e all'allontanamento delle pressioni per un aumento dei tassi di interesse sia in Europa che negli Stati Uniti. Questi due fattori, insieme all'abbassamento del rendimento del decennale italiano, hanno portato a un cambiamento importante nel panorama dell'investimento in titoli di Stato italiani.
I rendimenti toccano il 5% e rimangono sopra al 4%
Fino a qualche tempo fa, i rendimenti del decennale italiano erano destinati a raggiungere, e in alcuni momenti avevano toccato, la soglia del 5%. Ora, invece, si sta delineando uno scenario in cui il prossimo obiettivo sembra essere un rendimento del 4%. A novembre, lo spread Btp-Bund ha oscillato intorno a 174 punti e il rendimento del decennale è sceso al 4,3%.
In questo contesto, coloro che hanno investito nei titoli italiani nei momenti di massimo rendimento hanno potuto realizzare un guadagno in conto capitale del 3-4%, grazie alla rivalutazione dei bond decennali italiani. Questi, infatti, guadagnano circa il 7% in valore capitale per ogni calo di un punto percentuale nei tassi di riferimento di mercato.
Andamento dello Spread da settembre ad oggi
Dal primo di settembre, lo spread Btp-Bund ha mostrato un'andamento altalenante, passando dai minimi dell'anno a quota 163 punti a un massimo di quasi 208 punti a ottobre. Tuttavia, nelle ultime cinque settimane, la tendenza è stata verso la diminuzione. Quando Moody’s ha confermato il rating Baa3 per il debito italiano, lo spread era già sceso a 176 punti.
Nelle ultime settimane, si è osservata una tendenza al calo dei rendimenti sul mercato globale del reddito fisso. Tale trend è evidente in particolare negli Stati Uniti, dove, dopo mesi di rialzo, i rendimenti dei Treasury a dieci anni sono passati dal 3,79% di gennaio al 5% di ottobre, per poi scendere al 4,44% a novembre. Un calo simile si è registrato anche per i titoli a 30 anni.
Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni di quasi tutti i Paesi sviluppati dell'OCSE, inclusa l'Italia, si sono ridotti di circa 50 punti base. Questo spiega la diminuzione di circa 70 centesimi del rendimento dei Btp italiani, di cui 20 dovuti alla riduzione dello spread e gli altri 50 al calo generale dei rendimenti.
Prossime mosse, cosa conviene ?
Nel prossimo futuro, è probabile che i rendimenti rimarranno stabili sui nuovi livelli, a meno di shock esterni come guerre o crisi energetiche. Quanto a un eventuale calo dei tassi, sia la BCE che la Fed mostrano prudenza, considerando la battaglia contro l'inflazione non ancora vinta. Pertanto, mantenere posizioni in Btp a medio-lungo termine sembra l'opzione più corretta, soprattutto considerando che il rendimento reale degli investimenti in titoli a reddito fisso è tornato positivo con il calo dell'inflazione.
(Redazione)