Problemi di riscossione per la Russia, petrolio in calo

27/03/2024 17:15

Problemi di riscossione per la Russia, petrolio in calo

Greggio in flessione

Rapida flessione ieri pomeriggio per il greggio: il Brent e il WTI hanno ceduto circa il 2%. Il primo in particolare è arretrato fino a toccare i minimi dal 14 marzo. La spiegazione del calo potrebbe essere stata la rivelazione in esclusiva di Reuters sui problemi della Russia.

Secondo l'agenzia (sostenuta da ben otto fonti a diretta conoscenza della situazione) le società produttrici di greggio russe stanno attraversando grossi problemi nell'incassare il denaro per la materia prima e i derivati esportati verso alcuni Paesi.

Si tratta di Cina, Turchia ed Emirati Arabi Uniti che stanno ritardando di diversi mesi i pagamenti dei prodotti in arrivo dalla Russia.

Le sanzioni USA si mettono di traverso

La causa delle difficoltà è rappresentata dalle sanzioni decise dagli USA come rappresaglia punitiva nei confronti di Mosca per la guerra lanciata contro l'Ucraina e senza interrompere del tutto i flussi internazionali di greggio.

Ma all'atto pratico cosa sta accadendo? A quanto risulta a Reuters diverse banche nei tre Paesi citati nelle ultime settimane hanno incrementato le pratiche per adeguarsi alle sanzioni americane. Il risultato è che i trasferimenti di denaro verso la Russia hanno subito importanti ritardi nel migliore dei casi e nel peggiore sono stati bloccati o rifiutati.

Le banche bloccano i trasferimenti

Questo perché le banche, timorose per le sanzioni secondarie americane, hanno iniziato a chiedere ai loro clienti di fornire garanzie scritte che nessuna persona fisica o giuridica compresa nella "lista nera" (la Specially Designated Nationals list) è implicata nella transazione o è beneficiaria del pagamento.

Le sanzioni secondarie sono quelle che vengono applicate nei confronti di soggetti non USA che intrattengono relazioni commerciali con il Paese oggetto di restrizioni.

Il Cremlino conferma i problemi della Cina

Nello specifico le banche coinvolte sarebbero la Mashreq, la First Abu Dhabi Bank e la Dubai Islamic Bank negli Emirati Arabi Uniti, la Ziraat Bankası e la VakıfBank in Turchia, la ICBC e la Bank of China in Cina.

Le pressioni americane sono state confermate dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in una conferenza stampa, limitatamente agli istituti cinesi.

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