I problemi del sistema bancario americano
Le difficoltà del sistema bancaria americano per il momento non sono culminate in una vera e propria crisi. First Republic Bank, Silicon Valley Bank, Signature Bank: nomi sconosciuti ai più fino a poche settimane fa hanno monopolizzato per giorni l'attenzione dei media finanziari e non solo, ma soprattutto di operatori e investitori.
A cavallo di febbraio e marzo Wall Street ha tremato a causa dei timori per un contagio che dalla banca regionale SVB si sarebbe potuto diffondere anche ai piani alti.
L'intervento immediato delle autorità ha limitato i danni e la sola First Republic Bank (14ma banca USA) è stata investita dall'ondata di ritiri di depositi ed è stata salvata da JPMorgan Chase.
Al momento non si registrano nuove tensioni ma lo scossone è stato forte, tanto da far crollare la resistenza degli ultimi "falchi" della Fed: la banca centrale USA ha in sostanza chiuso il ciclo di rialzi dei tassi per non rendere ancor più difficili le condizioni del sistema finanziario.
Banche USA più prudenti nell'erogare crediti
Le turbolenze del circuito bancario americano stanno avendo come effetto collaterale un atteggiamento più prudente da parte degli istituti di credito.
In altre parole stiamo assistendo a un rallentamento dell'attività di erogazione dei finanziamenti: il sistema più semplice per limitare i rischi è correrne il meno possibile.
La domanda di credito però non rallenta e quindi si pone un problema. O meglio, si crea uno spazio per soggetti ben forniti di munizioni finanziarie.
Parliamo dei gruppi di private equity: da anni investono nel settore dell'erogazione di finanziamenti ma l'atteggiamento più prudente delle banche potrebbe determinare un'accelerazione del trend. Alcuni manager di fondi di private equity sentiti da Reuters confermano questo scenario.
Le aree di intervento per i private equity
Secondo Dan Pietrzak di KKR l'atteggiamento più prudente delle banche regionali permette ai fondi di investire nel settore del credito al consumo e dei finanziamenti per l'acquisto di auto.
Come ad esempio il recente accordo con SunPower grazie al quale KKR finanzierà con 550 milioni di dollari l'acquisto di pannelli solari da parte di proprietari di abitazioni.
Altra area di grande interesse normalmente presidiata dalle banche è quella del credito edilizio.
Il private equity Brookfield Asset Management ha finanziato con 250 milioni di dollari un progetto immobiliare di American Lions per un edificio da 363 unità immobiliari a Long Island City.
Ma la potenza di fuoco dei private equity è ben maggiore: Christopher Sheldon di KKR stima in 1000 miliardi di dollari la liquidità a loro disposizione da impiegare sul mercato del credito.