Nell'ambito del suo intervento a Jackson Hole, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha adottato un approccio conciliante, confermando quasi certamente un taglio dei tassi d'interesse previsto per settembre. In seguito al suo discorso, i mercati hanno lievemente alzato le prospettive di un taglio dei tassi per il 2024 e 2025, prevedendo ora un 35% di possibilità per un taglio di 50 punti base il mese prossimo, rispetto al 25% stimato prima del discorso.
Secondo gli analisti di Equita, Powell ha esposto la sua fiducia sul fatto che l'inflazione sia sulla giusta via per raggiungere il 2%, e ha espresso la sua riluttanza a un ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro. Ha inoltre sottolineato una riduzione del rischio di inflazione e un incremento dei rischi di diminuzione dell'occupazione.
Il presidente della Fed ha mostrato una preoccupazione più accentuata riguardo alla possibile debolezza del mercato del lavoro, pur non ritenendo che i rischi di recessione siano attualmente elevati. Ha osservato che il mercato del lavoro si è "raffreddato notevolmente" rispetto a un precedente stato di surriscaldamento, e che l'incremento della disoccupazione non è stato causato da elevati licenziamenti, un fenomeno tipico in tempi di recessione economica.
Tale scenario suggerisce che la Fed consideri il prossimo ciclo di riduzione dei tassi non come risposta a un marcato rallentamento economico, ma piuttosto come un ritorno al tasso neutrale. Un taglio dei tassi da parte della Fed, in un contesto di normalizzazione dei tassi d'interesse senza un rilevante peggioramento del mercato del lavoro e dell'economia, costituisce un elemento positivo per i mercati azionari. In particolare, in questo scenario, i titoli di qualità e growth sono da preferire rispetto ai ciclici, e tra i preferiti si annoverano DiaSorin, Campari, Moltiply, Marr, Reply, Technogym.
Nel settore finanziario, si prevede che un contesto di graduale diminuzione dei tassi d'interesse favorisca i titoli del risparmio gestito, le società meno sensibili al margine di interesse o le banche con una maggiore percentuale di ricavi da commissioni. Tuttavia, il recente deterioramento del mercato del lavoro e di altri indicatori macroeconomici, insieme all'incertezza geopolitica legata alle tensioni in Medio Oriente, richiede un monitoraggio attento.
(Redazione)