Portafoglio e tassi interesse: la situazione
Il rialzo dei tassi d'interesse la sta facendo da padrona, sui mercati finanziari, ormai dallo scorso anno.
La necessità di combattere il livello di inflazione crescente, ha portato le banche centrali ad agire sulla leva dei tassi al fine di contrarre la spinta ai consumi e ridurre la spirale espansionistica dei prezzi.
Dalla crisi Lehman Brothers, avvenuta nel 2008, sono passati ormai quindici anni.
In questo lasso di tempo, i tassi di mercato si sono mantenuti su livelli decisamente bassi se non prossimi allo zero.
Per qualche risparmiatore, l'incremento dei tassi di mercato, è stata una esperienza mai vissuta prima.
Da qui, le difficoltà nelle scelte e strategie da adottare, anche perché, il 2022, ha spazzato in soli dodici mesi, certezze e correlazioni date per assodate ormai da anni.
Anche gli orizzonti temporali d'investimento ne hanno risentito.
Prova ne è l'andamento negativo sia del mercato azionario che obbligazionario, solitamente legati da un rapporto antitetico.
Fatte salve le valutazioni da farsi sugli investimenti in corso, è utile soffermarsi invece sulle opportunità che può offrire l'attuale contesto finanziario a coloro che sono nella condizione di effettuare nuovi investimenti.
Portafoglio e rialzo dei tassi: obbligazioni a tasso fisso o variabile?
Acquistare oggi strumenti finanziari relativi al comparto obbligazionario del tasso fisso, offre uno scenario con rendimenti interessanti a fronte di rischi più contenuti rispetto a dodici/quindici mesi fa.
Perché?
Vi è la possibilità di acquisire titoli di stato con cedole appetibili mentre, nel 2021 o 2022, per ottenere lo stesso tasso d'interesse, occorreva puntare su corporate o scadenze istituzionali a lungo termine.
Il tutto, ovviamente, con un livello di rischio molto più elevato.
Oggi, invece, ci si trova nella duplice condizione di poter avere a disposizione, sul tasso fisso, rendimenti interessanti e titoli con un buon potenziale di rivalutazione non appena la dinamica dei tassi di mercato tornerà a scendere.
Se invece si vuole dare priorità al contenimento del rischio, è bene andare su duration più brevi, in modo da attenuare gli eventuali effetti dovuti a politiche monetarie che vanno nella direzione opposta a quella preventivata.
Oppure, rivolgersi al comparto dei titoli a tasso variabile, in grado di indicizzarsi, automaticamente, al livello dei tassi di mercato.
In questo caso, le variazioni in conto capitale potranno essere minime e quindi, il rischio, limitato principalmente al rating dell'emittente che si è scelto.
Rialzo tassi: la pazienza è la virtù dei forti
Non bisogna però mai dimenticare il punto di partenza, ovvero le esigenze, gli obiettivi, la pianificazione finanziaria effettuata.
Men che meno, si deve tralasciare l'aspetto relativo al rapporto tra rischio e rendimento, nonché il grado di rischio che si è in grado di sopportare (se si sceglie ovviamente di andare sul tasso fisso).
Se l'orizzonte temporale dell' investimento è compreso tra il breve e il medio periodo, occorre valutare molto più attentamente le azioni che si pongono in essere.
Questo perché, al di là del mero flusso cedolare, si deve prendere in considerazione la volatilità, ovvero l'oscillazione che il corso del tutolo può avere in seguito all'andamento dei tassi di interesse.
Affinché uno strumento finanziario possa esprimere al meglio le proprie potenzialità, a meno che non si tratti di un investimento spot, occorre considerare il giusto tempo che deve avere a disposizione.
Questo, sia che si tratti di singoli titoli, sia (a maggior ragione) che si tratti di fondi comuni d'investimento o etf.
Senza la giusta dose di pazienza non si va da nessuna parte: la fretta, è sempre cattiva consigliera.