Nel terzo trimestre del 2023, il Pil italiano è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell'anno precedente. La crescita del Pil è stata corretta per gli effetti di calendario e destagionalizzato. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%, confermando la stima del 31 ottobre 2023.
Tra i principali aggregati della domanda interna, i consumi finali nazionali sono aumentati dello 0,6%, mentre gli investimenti fissi lordi si sono ridotti dello 0,1%. Le importazioni sono diminuite del 2% e le esportazioni sono aumentate dello 0,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,4 punti percentuali alla crescita del Pil, con un contributo positivo dai consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP).
Il contributo degli investimenti fissi lordi e della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) è risultato nullo. Le scorte hanno contribuito negativamente alla variazione del Pil, mentre la domanda estera netta ha contribuito positivamente. Nel settore produttivo, si è registrato un andamento negativo nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,2%), mentre l'industria e i servizi sono cresciuti dello 0,3% e dello 0,1% rispettivamente.
La stima completa dei conti economici trimestrali ha confermato la crescita dello 0,1% del Pil sia in termini congiunturali che tendenziali. Rispetto alla stima preliminare a fine ottobre, questa rappresenta una revisione al rialzo. La crescita acquisita per il 2023 rimane invariata a +0,7%. I consumi delle famiglie e delle ISP e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla crescita del Pil, mentre la variazione delle scorte ha fornito un contributo negativo.
Gli investimenti fissi lordi e la spesa delle Amministrazioni Pubbliche hanno avuto un contributo nullo. L'industria e i servizi sono cresciuti dello 0,3% e dello 0,1% rispettivamente, mentre il settore primario è ancora in flessione (-1,2%). Le posizioni lavorative, le unità di lavoro e le ore lavorate sono aumentate dello 0,1%, dello 0,2% e dello 0,4% rispettivamente, così come i redditi pro-capite, che sono cresciuti dell'1,1%.
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