PIL in crescita dello 0,9% nel 2023, secondo l'Istat

01/03/2024 15:15

PIL in crescita dello 0,9% nel 2023, secondo l'Istat
Nel 2023 il Pil italiano ai prezzi di mercato è stato di 2.085.376 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all'anno precedente. In termini di volume, il Pil è cresciuto dello 0,9%. Riguardo alla domanda interna, gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 4,7% e i consumi finali nazionali dell'1,2% in volume nel 2023. Per quanto riguarda i flussi con l'estero, le importazioni sono diminuite dello 0,5% e le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla crescita del Pil, mentre la variazione delle scorte ha avuto un impatto negativo. Il valore aggiunto è cresciuto del 3,9% nel settore delle costruzioni e dell'1,6% nei servizi, mentre si sono riscontrate contrazioni del 2,5% nell'agricoltura e dell'1,1% nell'industria.

L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato del -7,2% rispetto al Pil nel 2023, in miglioramento rispetto al -8,6% del 2022. Il saldo primario, calcolato come indebitamento netto meno spesa per interessi, è stato del -3,4% nel 2023, in calo rispetto al -4,3% del 2022.
Nel 2023 l'economia italiana ha evidenziato una crescita dello 0,9%, in rallentamento rispetto al 4,0% del 2022. Questo incremento è stato trainato principalmente dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con consumi e investimenti che hanno contribuito in modo significativo. La domanda estera netta ha avuto un impatto leggermente positivo, mentre la variazione delle scorte ha influito negativamente. A livello dell'offerta di beni e servizi, il valore aggiunto è aumentato soprattutto nel settore delle costruzioni e nei servizi, mentre è diminuito nell'agricoltura e nelle attività industriali.

L'attività produttiva è cresciuta insieme all'incremento dell'occupazione e dei redditi. Il rapporto tra l'indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil è migliorato rispetto al 2022, mantenendo una pressione fiscale costante. La riduzione della spesa per interessi ha portato a un miglioramento del saldo primario.

(NEWS Traderlink)

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