Le borse europee hanno mostrato una chiusura variegata durante la prima sessione di una settimana ricca di importanti dati macroeconomici. Nella borsa di Milano, l'indice Ftse Mib ha registrato un aumento dello 0,5%, raggiungendo i 29.644 punti. Tra le principali aziende, Leonardo ha riscontrato un progresso del 3,7%, invertendo la tendenza dopo un avvio in calo a seguito della presentazione dei risultati finanziari. Notevoli anche le prestazioni di Unicredit, che ha registrato un +2,5% dopo gli stress test bancari, e di A2A ed Erg, entrambe con un +1,9%. Al contrario, Amplifon ha perso il 2,1%, Inwit il 1,8% e Saipem il 1,6%.
La mattina è stata caratterizzata dalla diffusione dei dati sull'inflazione nella zona euro, che ha mostrato un rallentamento al 5,3%, con un indice core stabile al 5,5%, ben distante dall'obiettivo della BCE. Il PIL, invece, ha registrato un aumento dello 0,3% su base trimestrale e dello 0,6% su base annua, superando le previsioni.
In Italia, l'indice dei prezzi al consumo ha mostrato un rallentamento al 6,0% (6,4% nel caso dell'indice armonizzato), mentre l'economia ha subito una contrazione dello 0,3% nel secondo trimestre, ma ha registrato una crescita dello 0,6% in termini tendenziali, deludendo gli analisti.
Domani verranno pubblicati gli indici Pmi del settore manifatturiero europeo e l'Ism statunitense, nonché i dati sull'apertura di nuove posizioni lavorative negli Stati Uniti. In attesa del rapporto sull'occupazione americano di venerdì, che sarà attentamente monitorato in vista delle decisioni della Fed. Inoltre, saranno al centro dell'attenzione i risultati finanziari trimestrali di Apple e Amazon, che saranno pubblicati giovedì a mercati chiusi.
Sul mercato dei cambi, il tasso di cambio euro/dollaro si mantiene sopra 1,1, mentre il tasso di cambio dollaro/yen è risalito a 142 dopo l'annuncio da parte della BoJ di un acquisto non programmato di titoli di stato.
Per quanto riguarda le materie prime, il prezzo del petrolio Brent rimane sopra i 84 dollari al barile, sostenuto dalla domanda e dai tagli alla produzione da parte dell'OPEC+.
Infine, non si sono registrati sostanziali movimenti nei rendimenti dei titoli di stato europei, con lo spread Btp-Bund praticamente invariato a 160 bp e il rendimento del titolo decennale italiano al 4,09%.
(Redazione Traderlink)