Piazza Affari in rosso, pesa l'inflazione male gli industriali, ma non solo

31/05/2022 18:10

Piazza Affari in rosso, pesa l'inflazione male gli industriali, ma non solo

Seduta difficile per l'azionario italiano ed europeo dopo dati negativi sull'inflazione che nel Vecchio Continente ha toccato un nuovo record a maggio ponendosi all'8,1% contro il 7,7% delle attese e il 7,4% della rilevazione precedente. La notizia aumenta la possibilità di un approccio più restrittivo della BCE alla politica monetaria e dunque di possibili effetti sui mercati azionari.
L'indice FTSE MIB cede l'1,22%, il FTSE Italia All-Share l'1,19%, il FTSE Italia Mid Cap l'1,12%, il FTSE Italia STAR l'1,23%.

Vendite anche sui titoli di Stato UE con il rendimento del BTP decennale che balza al 3,14% con un rialzo di 11 punti base e lo spread a 200 pb su uno yield del Bund cresciuto di 7 pb all'1,14 per cento (dati MTS).

A poco giova il dato positivo sul Pil italiano del primo trimestre che mostra un tendenziale +6,2% contro previsioni per un +5,8% e un dato precedente rivisto al rialzo al 6,4 per cento.

La variazione congiunturale torna positiva a un +0,1% ma cresce anche l'inflazione italiana con un balzo del 6,9% a/a e dello 0,9% m/m: la variazione annuale dei prezzi al consumo è sui massimi livelli dal marzo del 1986 (+7%). Preoccupa anche l'accelerazione dell'inflazione di fondo dal 2,4 al 3,3% indicando la propagazione dei rincari dell'energia alle altre categorie merceologiche.

Negativi anche gli altri mercati europei con EURO STOXX 50 -1,26%, DAX -1,2%, CAC 40 -1,43%, IBEX 35 -0,89%.

Negative anche le Borse USA.

L'euro cede lo 0,45% sul dollaro portando l'EUR/USD a 1,072 circa, nonostante le prospettive restrittive sulla politica monetaria della FED. A incoraggiare il biglietto verde contribuirebbe la crescita anche dei rendimenti del debito USA che penalizza ovunque l'appetito per il rischio e si ricollega ancora all'inflazione UE oltre le attese.

La crescita del dollaro non penalizza però le quotazioni del petrolio con il Brent che recupera un altro 0,29% a 117,28 d/b e il WTI a 118,25 (+0,45%).

A incoraggiare le quotazioni del greggio contribuisce in parte il via libera alle parziali e posticipate sanzioni europee sul greggio russo e ancor di più le indicazioni negative dell'Opec+ su possibili aumenti della produzione che potrebbero calmierare i prezzi. A Piazza Affari Tenaris perde il 3,67% mentre Eni limita i danni a un -0,01% forse avvantaggiata dai chiarimenti dello stesso premier Mario Draghi sulla correttezza dei pagamenti della compagnia che non violerebbero le sanzioni UE alla Russia.

Cede invece alle vendite Saipem (-1,85%).

A Milano ancora in rosso Ferrari -4,3%: il titolo è probabilmente penalizzato dall'annuncio del completamento della sesta tranche del programma di acquisto di azioni proprie annunciata a inizio marzo. Viene pertanto a mancare un elemento di sostegno per il titolo.Le vendite sono comunque diffuse su diversi settori dagli industriali come Prysmian (-2,69%) e Interpump (-1,25%) ai finanziari come Nexi (-2,37%)

Enel -1,91% a 6,04 euro.

Barclays riduce il target a 9,20 euro, ma soprattutto potrebbe pesare il dibattito sulla tassazione degli extraprofitti e il cattivo sentiment dei mercati anche sulle utility a causa dei rialzi dei rendimenti (A2A -0,95%; Hera -1%).

In netta controtendenza invece Telecom Italia +2,9% si conferma in buona forma dopo il MoU relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber.
Secondo il Messaggero CDP avrà il 70-77% della newco, Macquarie il 12-15%, KKR il 10-13% e Fastweb (Swisscom) l'1,0-1,5%. Telecom cederà in sostanza la propria infrastruttura: il valore di quest'ultima è indicato in 15-20 miliardi di euro.

Alcuni titoli finanziari sfuggono alle vendite come Bper (+1,7%) e Banco BPM (+0,19%).

Nel caso di Bper potrebbero giovare le voci di proroga degli incentivi fiscali alle fusioni (il gruppo sta acquistando Carige, +0,25%), ma MPS, che potrebbe essere la maggiore interessata, cede comunque lo 0,90 per cento.

La seduta si conferma brillante per Tinexta +9,32% dopo la cessione a CRIF della divisione Credit & Information Management e la focalizzazione sull'offerta di servizi in ambito digital trust, innovation and marketing consultancy e cyber security.

Tra i titoli a capitalizzazione minore non mancano comunque performance positive come quelle di Ecosuntek (+11%) e Imvest (+26%).

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Fonte: FTA Online

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