Petrolio sui massimi da fine agosto

07/10/2024 18:18

Petrolio sui massimi da fine agosto

Petrolio in accelerazione nel giorno dell'anniversario dell'attacco terroristico lanciato da Hamas contro Israele. Nell'attacco sono rimasti uccise circa 1200 persone, mentre 250 sono state prese in ostaggio e portate nella striscia di Gaza, in base a fonti ufficiali di Tel Aviv. Nonostante questo la giornata è caratterizzata dalle molte manifestazioni di protesta contro Israele e il modo con cui sta conducendo la guerra scaturita dall'attacco di Hamas.

L'attacco iraniano a Israele

Ma la preoccupazione principale è per l'evoluzione del conflitto. Si teme soprattutto il rischio che possa allargarsi e coinvolgere altri paesi circostanti. Nelle ultime settimane le operazioni militari di Israele si sono spostate verso nord ovvero in direzione del Libano con l'obiettivo di colpire Hebollah, la milizia-partito attiva nel Paese mediorientale e appoggiata dall'Iran. Proprio quest'ultimo ha reagito all'uccisione del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, avvenuta il 27 settembre con un attacco a obiettivi israeliani con missili e droni.

Tel Aviv reagirà

L'operazione ha rilanciato verso i massimi da fine agosto le quotazioni del petrolio che, lo ricordiamo, erano scese nella prima metà di settembre sui minimi da fine 2021. Gli operatori si aspettano una rappresaglia da parte di Tel Aviv e si chiedono quale o quali potrebbero essere gli obiettivi. Molto probabile che a essere colpiti siano siti militari, mentre molto difficilmente Israele deciderà di attaccare installazioni nucleari: troppo alto il rischio che Tehran si affretti a completare il processo per arrivare a un ordigno nucleare.

Pozzi iraniani a rischio rappresaglia

Il terzo possibile obiettivo sono i pozzi petroliferi, una asset fondamentale per l'Iran. Gli USA per bocca del presidente uscente Biden stanno valutando la possibilità di appoggiare Israele in questa operazione, quindi se dovessero farla andrà sicuramente a buon fine.

Di fronte a questa prospettiva il petrolio è scattato in avanti: l'Iran è il nono produttore mondiale con una quota del 4%. Colpire le infrastrutture petrolifere del Paese produrrebbe un grave danno dato che costituiscono una componente basilare della sua economia e destabilizzerebbe il mercato del greggio.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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