Petrolio russo: chi lo sta ancora comprando

01/06/2022 17:30

Petrolio russo: chi lo sta ancora comprando

Il blocco occidentale ferma l'import di petrolio dalla Russia

Dopo l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina il tema degli acquisti di petrolio dalla Russia è diventato centrale. La dipendenza di Mosca dagli incassi realizzati con l'esportazione di materie prime ha spinto il blocco occidentale a utilizzare il petrolio come strumento per punire Putin.
L'8 marzo gli USA hanno bloccato l'importazione di petrolio, gas e carbone, mentre l'Australia ha preso la stessa decisione tre giorni dopo. Il Canada ha vietato l'importazione di petrolio russo addirittura il 28 febbraio. Il Regno Unito ha annunciato progressiva riduzione degli acquisti di greggio da Mosca l'8 marzo.

Lo stesso giorno i Paesi del G7 hanno concordato lo stop o riduzione progressiva delle importazioni dalla Russia.

Due giorni fa è arrivata, dopo una difficile trattativa, la decisione dell'Unione Europea sul petrolio importato dalla Russia. Si tratta di un embargo parziale in quanto non si è riusciti a convincere l'Ungheria a togliere il veto.
La sanzione prevede il divieto immediato di importazione sul 75% del greggio, per poi salire fino al 90% entro fine 2022. L'embargo è parziale nel senso che interessa solo il greggio in arrivo tramite navi petroliere e non quello che transita per l'oleodotto Druzhba: quindi non riguarda i Paesi dell'Europa dell'Est e la Germania.

Polonia e Germania hanno però dichiarato che ridurranno fino ad azzerare anche questo canale entro fine 2022

La situazione effettiva delle raffinerie

Ma al momento qual è la situazione effettiva? Secondo JP Morgan almeno 26 tra i principali gruppi europei attivi nella raffinazione di petrolio hanno volontariamente interrotto o annunciato piani di riduzione degli acquisti dalla Russia prima della decisione UE, per un totale di 2,1 milioni di barili al giorno.
Ben diversa la situazione dei raffinatori di Cina e India, due paesi che non hanno mai condannato l'"operazione speciale" russa. In particolare l'India ha importato dalla Russia oltre 34 milioni di barili di Urals dal 24 febbraio (inizio dell'operazione), il triplo rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Ma anche in Europa ci sono soggetti che continuano ad acquistare petrolio da Mosca, come l'ISAB di Priolo (vicino a Siracusa), che però è controllata dalla russa Lukoil.

Il governo italiano aveva preso in considerazione l'ipotesi di nazionalizzare la società. Anche la tedesca Miro (la più grande del Paese) sta acquistando Urals, ed è controllata al 24% dalla russa Rosneft. Eni, BP, Neste, Repsol, Shell e TotalEnergies hanno invece fermato gli acquisti e/o fermato eventuali nuovi accordi per l'acquisto di petrolio dalla Russia.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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