Petrolio in rosso: le cause

04/10/2023 18:25

Petrolio in rosso: le cause

Prese di profitto sul greggio ma non solo

Il petrolio accelera al ribasso e tocca i minimi da inizio mese scorso: Dal 1° settembre per il Brent e dal 5 settembre per il WTI. Il greggio estende quindi la correzione dai livelli molto elevati toccati venerdì scorso, da circa un anno per il WTI e da novembre 2022 per il Brent.
Il movimento ribassista delle ultime sedute potrebbe quindi essere catalogato come l'effetto di fisiologiche prese di profitto al termine del rally da circa +20% partito nella seconda metà di agosto. In realtà la correzione si sta sviluppando in concomitanza di altre dinamiche macro interessanti.

Vediamo quali.

La forza del dollaro penalizza il petrolio

In primis il rialzo del dollaro. Il dollar index ha toccato ieri il massimo da novembre 2022. Dato che il petrolio viene scambiato in dollari, quando il biglietto verde si apprezza gli investitori basati in altre valute che acquistano greggio ne vedono salire il prezzo, a parità di altre condizioni.
La tendenza del dollar index sembra solida: il future dicembre al momento quota 106,40, il superamento del massimo di ieri a 107,05 favorirebbe estensioni verso 109,37 almeno, con obiettivo successivo sul massimo dal 2002 a 114,445 toccato a settembre 2022.

Le incertezze di lungo termine sulla domanda

In secondo luogo l'accelerazione dei rendimenti come conseguenza di uno scenario che vede tassi di interesse ufficiali su livelli elevati per un periodo più esteso di quanto stimato in precedenza al fine di spingere l'inflazione verso gli attuali obiettivi di lungo termine pari al 2% sia per Fed che BCE.

L'ipotesi che queste dinamiche possano tradursi nel lungo periodo in un rallentamento dell'economia con conseguente calo della domanda di petrolio è uno scenario verosimile.

In questo contesto il greggio non è stato sostenuto dai dati sulle scorte settimanali USA, scese più del previsto, né da quanto emerso dall'odierna riunione OPEC+: l'Arabia Saudita manterrà attivo il taglio alla produzione di 1 milione di barili al giorno fino a fine anno mentre la Russia rivaluterà quello da 500 mila barili/giorno applicato sin da aprile a novembre.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento. Leggi il Disclaimer »