Petrolio in calo, si raffredda la speculazione

30/04/2024 17:38

Petrolio in calo, si raffredda la speculazione

Indicazioni ribassiste dai dati macro

Petrolio in netta flessione: il future giugno sul WTI scivola sui minimi da martedì scorso mentre il future luglio sul Brent tocca il livello più basso da oltre un mese. L'accelerazione è arrivata con i dati USA su costo del lavoro e indici dei prezzi delle abitazioni (superiori alle attese) e quelli su PMI Chicago e fiducia dei consumatori (molto sotto le attese).

I primi spingono per un mantenimento dei tassi sui livelli attuali per più tempo mentre i secondi segnalano un rallentamento della domanda e dei consumi in particolare.

Il fattore tassi sostiene il biglietto verde e quindi deprime il prezzo del greggio in quanto, ceteris paribus, indebolisce la domanda da parte degli investitori non basati in dollari. Il fattore consumi/attività economica va invece a discapito della domanda "pura" di petrolio.

Posizioni speculative lunghe in netto calo

Oltre a questi elementi emersi nelle ultimissime ore segnaliamo anche un trend in essere 10-15 giorni: la netta diminuzione delle posizioni speculative.

In base ai dati di ICE Futures Europe e U.S. Commodity Futures Trading Commission, nella settimana terminata il 23 aprile hedge fund e gestori hanno venduto il corrispettivo di 95 milioni di barili di greggio nei sei principali contratti future e opzioni. Cifra che sale a 119 milioni considerando anche la settimana precedente: si tratta delle vendite maggiori da ottobre 2023, con un taglio della posizione netta (posizioni lunghe-posizioni corte) dai 685 milioni di barili del 9 aprile a 566 milioni.

Il rapporto tra posizioni lunghe e corte è sceso a 3,51 dal picco di fine marzo a 4,97.

La de-escalation in Medio Oriente

Alla base di questa netta revisione delle "puntate" al rialzo sul petrolio troviamo diversi fattori.
Partiamo dalla produzione: i Paesi OPEC+ maggiormente coinvolti (Arabia Saudita in primis) hanno confermato i tagli alla produzione ma gli analisti prevedono per la seconda parte del 2024 un progressivo incremento. Inoltre i produttori non-OPEC (USA, Canada, Brasile, Guyana) dovrebbero pompare più greggio e contrire la maggior parte della crescita della domanda attesa per quest'anno.

Ma l'elemento primario è rappresentato dallo scenario in Medio Oriente.

Il botta e risposta con avvertimento preventivo che Iran e Israele si sono scambiati è stato interpretato dagli operatori come una sorta di teatrino a beneficio delle frange più esagitate: un mostrare i muscoli totalmente inoffensivo ma utile solo a mettere in mostra i muscoli.
Le modalità di attacco e contrattacco hanno evidenziato invece la volontà di entrambi i Paesi di evitare un'escalation con destinazione finale ignota.

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