Il nuovo piano previdenziale prevede l'introduzione di Quota 104 con penalizzazioni, una revisione dell'Ape sociale con accesso a 63 anni e 5 mesi e la conferma delle restrizioni già in vigore per l'uscita anticipata delle lavoratrici con il ricalcolo contributivo della pensione (Opzione donna). I requisiti per quest'ultima sono 35 anni di contributi e 61 anni di età, ridotti a 60 con un figlio e a 59 con più figli.
Per i lavoratori "interamente contributivi" viene introdotto il riscatto agevolato per colmare i cosiddetti "vuoti nei versamenti", fino a un massimo di 5 anni, con versamenti in 120 rate mensili di importo non inferiore a 30 euro. Il meccanismo di rivalutazione degli assegni subisce una revisione: il taglio è del 10% (dal 32% al 22%) per i trattamenti oltre 10 volte il minimo Inps, mentre quelli tra 4 e 5 volte il minimo vengono rivalutati al 90%, e non più all'85%.
Dal prossimo anno, i lavoratori "contributivi" potranno riscattare in maniera agevolata periodi "non coperti da retribuzione e di adempimenti relativi a obblighi contributivi", similmente al riscatto della laurea. I versamenti potranno avvenire in 120 rate non inferiori a 30 euro ciascuna.
Nel settore privato, anche i datori di lavoro possono contribuire a colmare i "vuoti contributivi" agendo sui premi di risultato. Nel 2024, si potrà accedere all'uscita anticipata con almeno 63 anni d'età e 41 di versamenti, ma ci sono alcune "penalizzazioni" sulla "parte retributiva" (quella relativa ai periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995) per il calcolo del trattamento. Per le uscite anticipate, i tempi delle finestre d'uscita, ossia il tempo tra il raggiungimento dei requisiti e l'inizio del pensionamento, si allungano: da tre a sei mesi per il settore privato e da sei a nove mesi per il settore pubblico.
Dal 2025, le pensioni anticipate con 42 anni di contribuzione (41 per le donne) saranno automaticamente adeguate all'aspettativa di vita. Sale a 63 anni e 5 mesi l'età per accedere all'Ape sociale. Opzione donna viene confermata nella versione ristretta in vigore quest'anno, ma con una soglia anagrafica che aumenta a 61 anni. Questa soglia scende a 60 anni con un figlio e a 59 anni con più figli, mantenendo necessari almeno 35 anni di contribuzione. Infine, l'indicizzazione delle pensioni cambia parzialmente. È garantita al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo Inps.
Dal 2024, per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo, salirà dall'85% al 90%. Le altre "fasce" restano invariate, tranne l'ultima, quella delle pensioni più alte, per la quale è prevista una riduzione della rivalutazione dal 32 al 22%.
(Redazione)