Pensioni: possibili aumenti nel 2025, ma tutto dipende dalla nuova rivalutazione

07/08/2024 09:15

Pensioni: possibili aumenti nel 2025, ma tutto dipende dalla nuova rivalutazione

Ogni anno le pensioni sono soggette alla rivalutazione, o meglio alla perequazione, che prevede l'indicizzazione dell'importo mensile all'inflazione registrata nell'anno precedente.

Da anni, per, si aggiunge alla percentuale dell'inflazione un apposito coefficiente che la riduce nettamente, in modo da garantire il pieno importo solo per alcune pensioni.

Questa situazione dovrebbe cambiare dal prossimo anno, con la reintroduzione di alcuni coefficienti pi "generosi" per tutti i pensionati.

Ma questo ovviamente dipender da quello che stabilir il Governo in sede di Manovra.

Vediamo infatti come potrebbe cambiare la rivalutazione delle pensioni, e quanto potrebbe ammontare l'aumento.

Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.

Pensioni, possibili aumenti nel 2025 con la nuova rivalutazione

Se guardiamo esclusivamente alla percentuale ufficiale derivante dall'indice FOI, stando alle ultime stime non si andr oltre l'1,6% per l'anno 2024.

Non siamo pi come nel 2022 e nel 2023, con un'inflazione galoppante che in alcuni mesi arrivava alla doppia cifra.

Questo e il prossimo anno saranno infatti all'insegna dell'inflazione moderata.

E oltre a ritrovarci con una percentuale bassa, toccher fare attenzione anche all'applicazione di alcuni particolari coefficienti che nelle annate 2023 e 2024 hanno permesso di avere la piena rivalutazione solo a chi aveva una pensione con importo fino a 4 volte il trattamento minimo.

Per tutti gli altri, invece, il coefficiente non ha fatto altro che tendere verso il basso, fino ad arrivare al 22%.

Una situazione che (si spera) non dovremo ritrovarci nel 2025, anche perch ci sono forti pressioni dalle parti sociali per sospendere definitivamente molti di questi coefficienti, giudicati addirittura incostituzionali se si va a vedere la sentenza 234/2020 della Corte Costituzionale.

Se il Governo si dovesse ritrovare spalle al muro su questo frangente, dovr ripristinare i coefficienti precedenti, in modo che i pensionati "impoveriti" dalle misure del 2023 e 2024 possano tornare a beneficiare di aumenti decisamente pi generosi.

Pensioni, come cambia la rivalutazione nel 2025

Prendiamo come riferimento le rivalutazioni disposte nel 2023 e nel 2024 dalle rispettive Manovre di Bilancio.

Come gi anticipato, per entrambe il 100% della perequazione era garantita solo per chi aveva una pensione entro 4 volte la minima.

Subito dopo, per, scattava la prima riduzione all'85%, ma solo entro 5 volte la minima.

A seguire quella al 53% fino a 6 volte, e avanti con quella a 47%, 37% e infine al 22% per chi aveva la pensione oltre 10 volte la minima.

Prima non era cos. Stando alla legge 448 del 1998, per la perequazione si dovrebbero utilizzare solo due coefficienti (90% e 75%), e disporli poi solo sulle parti "in eccesso", e non sull'integralit dell'assegno.

Come si pu facilmente notare, il calcolo finale cambia completamente tra i due modelli.

Meno l'importo, almeno per quanto riguardano le pensioni medio-alte, come una da 3000 euro di pensione.

Con la sola applicazione del 90% sulla parte di importo compresa tra 4 e 5 volte la minima, in questo caso l'aumento complessivo sarebbe di 47 euro. Se invece dovessimo seguire il calcolo delle perequazioni del 2023 e 2024, sarebbe di circa 41 euro.

Non tantissimo, infatti l'aumento vero e proprio si sente di pi con chi ha una pensione 5, 8 o addirittura 10 volte la minima: questi pensionati possono infatti ritrovarsi con un aumento che originariamente sarebbe dell'ordine di un centinaio di euro, e non di pochissime decine di euro.

Pensioni, ci sar o no questa rivalutazione?

L'applicazione dei coefficienti nella rivalutazione spetter sempre al Governo, e a essere sinceri difficile credere che l'Esecutivo reinserir il calcolo previsto dalla normativa di riferimento.

Ripristinare una rivalutazione "piena" sarebbe di fatto un notevole salasso per le casse dell'INPS.

Per quanto alla fine riguardi soltanto i percettori di pensioni con circa 2500 euro di importo mensile, e quindi di una platea di poco pi di 2 milioni di persone su 22 milioni di percettori (a malapena il 9%), stando alle Statistiche dell'INPS del 2022 questa platea costa alle casse previdenziali circa 94 miliardi di euro su 322 miliardi (circa il 30%).

Pertanto le eventuali rivalutazioni piene per questi soggetti potrebbero rappresentare una spesa non indifferente, dato che andranno a pesare su quel 30% sopracitato.

E davanti a un debito sempre pi difficile da controllare e l'urgenza di riunire nella stessa Manovra tutte le promesse fatte (taglio del cuneo fiscale, riduzione del rapporto debito/PIL...), sar quasi un miracolo ritrovarsi a fine anno con la conferma della rivalutazione "originale".

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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