Pensioni ancora più alte per il 2025. Sarebbe questo l'ultimo obiettivo del Governo, nonostante la Finanziaria sia quasi definitiva.
Dopo la polemica scoppiata in merito all'aumento di 3 euro per il prossimo anno, alcune forze dell'Esecutivo sarebbero corse ai ripari, proponendo un nuovo incremento per portare le pensioni minime il più vicino possibile a 620 euro.
Un obiettivo difficile da raggiungere, infatti c'è da chiedersi come riuscirà il Governo ad innalzare le minime di altri 3 euro.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.
Pensioni minime, al vaglio nuovo aumento fino a 620 euro
Riferisce il Messaggero, alcuni partiti del Governo (tra cui Forza Italia) spingono per un ritocco fino a 620 euro per l'assegno delle pensioni minime. Cioè altri 3 euro in aggiunta agli effettivi 3 euro dell'aumento delle pensioni in arrivo a inizio 2025.
Un aumento molto risicato, infatti si è creato un vero e proprio putiferio: invece di portare l'assegno a 620 euro (se non oltre), l'assegno previdenziale andrà da 614 euro a 617 euro.
Nei prossimi giorni si terranno le varie audizioni per integrare o addirittura modificare il testo della Manovra.
Nel peggiore dei casi, si andrà verso la conferma dell'attuale importo, ovvero 617 euro. A meno che, come molti sperano, non vengano scoperte nuove risorse sufficienti per portare "eccezionalmente" l'assegno delle pensioni minime a quota 620 euro.
Sempre e comunque meno dei 1000 euro promessi a inizio legislatura, ma almeno un incremento di 6 euro rispetto ad anno.
Pensioni minime, perché un aumento così basso?
In merito alla questione dell'aumento di soli 3 euro, avevamo già spiegato il calcolo adottato dal Governo.
Come sappiamo, a inizio anno l'Esecutivo ha disposto un'incremento eccezionale per tutte le pensioni pari al 2,7%.
Un incremento non solo eccezionale, ma soprattutto transitorio: senza un rifinanziamento in sede di Manovra, a fine anno sarebbe stato annullato, riportando le pensioni all'importo originario. Ovverosia 598,61 euro.
Da qui il calcolo sui generis: il Governo ha voluto riconfermare per il 2025 solo parte dell'incremento, ovvero il 2,2%, e disporre a sua volta una percentuale di perequazione all'1%.
Così facendo, l'assegno sale da 614 euro a 617 euro. Se non ci fosse stata la riconferma dell'incremento, e fosse stato aggiunto solo l'1% sopraccitato, l'assegno sarebbe invece sceso a 604,6 euro circa.
Con questa mossa, il Governo evita di fatto l'accusa di aver "tagliato" le pensioni, che sarebbe stato non solo un affronto al proprio elettorato, ma anche un colpo esiziale per la buona tenuta dell'Esecutivo.
Pensioni minime, rebus sulle coperture per l'aumento
Anche se si parla di 3 euro in più, un aumento del genere richiederà comunque una copertura finanziaria sostanziosa.
O almeno più coraggiosa di quella disposta per il prossimo anno e per quello dopo ancora. Al momento, come riporta il sito PA Magazine, la dote è di 290 milioni per il 2025, e di altri 175 milioni per l'anno successivo.
Come "coperta" è decisamente più "corta" rispetto a quella degli anni precedenti, visto che per l'incremento delle pensioni nel 2023 erano stati stanziati 465 milioni, e per quello nel 2024 ben 350 milioni.
Tutto ciò fa già pensare al peggio sul futuro di questa proposta, che potrebbe richiedere a conti fatti almeno altri 100 se non 200 milioni di euro per portare l'assegno a 620 euro.
E al momento, precisa il Messaggero, sono rimasti a disposizione 120 milioni di euro. A malapena sufficienti per coprire anche eventuali bonus edilizi o similari: figuriamoci per garantire un aumento che riguarda milioni di contribuenti.
Infatti, l'idea del Governo è quella di limitare gli emendamenti, e quindi tutte le proposte extra. Anche se provengono dalle stesse forze della coalizione.