Pensione marzo 2025, un mese amaro per molti pensionati che si troveranno con un assegno più leggero rispetto a febbraio. Chi si aspettava un aumento resterà deluso: nessun incremento in vista, anzi, i cedolini subiranno una riduzione a causa delle trattenute fiscali.
Gli aumenti previsti per il 2025 sono già stati applicati dall'INPS a gennaio, insieme alla rivalutazione e all'incremento straordinario delle pensioni minime, passato dal 2,7% al 2,2%. Alcuni hanno diffuso la voce che a marzo ci sarà un aumento collegato al taglio dell'IRPEF, ma non è così. Diffidate quindi dalle false informazioni: il governo ha annunciato l'intenzione di ridurre l'IRPEF per il secondo scaglione di reddito, ma la riforma arriverà solo in estate, dunque nessun aumento in vista.
Al contrario, da marzo l'importo delle pensioni calerà. Scopriamo insieme perché il cedolino di marzo di molti pensionati sarà più povero e di quanto. Prima di analizzare la situazione del dettaglio, vi lasciamo al video YouTube di Mr LUL lepaghediale sull'anteprima del cedolino.
Perchè la pensione di marzo 2025 sarà più bassa
Andiamo a scoprire insieme perché il cedolino delle pensioni di marzo 2025 sarà più basso per i pensionati. Il prossimo mese segna il ritorno delle trattenute per le addizionali regionali e comunali. Tali trattenute vengono applicate in maniera differente, nell'uno e nell'altro caso.
Le addizionali regionali vengono trattenute dall'INPS in saldo nell'anno successivo a quello a cui si riferiscono, mensilmente da gennaio a novembre 2025 (nel nostro caso). In altre parole, i pensionati stanno già pagando le somme dovute a titolo di addizionale alla propria regione per lo scorso anno (2024).
A peggiorare la situazione, da marzo si aggiunge l'acconto per le addizionali comunali del 2025, che abbasserà ulteriormente gli assegni pensionistici.
Assegno INPS più basso: come incidono le addizionali comunali
Oltre alle addizionali regionali, la pensione di marzo 2025 risentirà anche delle addizionali comunali. L'importo da trattenere dall'Assegno INPS segue due logiche distinte: una parte viene trattenuta nell'anno di riferimento, la restante l'anno dopo.
Nello specifico, il 30% dell'importo complessivo viene trattenuto dalla pensione subito (acconto), mentre il restante 70% viene prelevato l'anno successivo (saldo). In quest'ultimo caso, valgono le stesse regole delle addizionali regionali, con le trattenute spalmate mensilmente da gennaio a novembre. La decurtazione dell'acconto parte invece da marzo e si protrae fino a novembre 2025.
Di conseguenza, molti pensionati vedranno una riduzione della pensione senza alcuna compensazione.
Di quanto scendono le pensioni di marzo 2025
In base a quanto appena detto è chiaro che una parte dell'addizionale comunale (30%) verrà sottratta direttamente dal cedolino della pensione di marzo 2025, incidendo quindi sugli importi accreditati ai pensionati. Ma di quanti soldi in meno stiamo parlando. Ovviamente, non si tratta di un importo valevole per tutti.
L'impatto sarà quindi diverso a seconda della città e del reddito percepito, ma una cosa è certa: la pensione di marzo sarà più leggera per molti italiani
Facciamo un esempio per fugare ogni dubbio sulla riduzione. Un pensionato residente a Roma, dove l'addizionale comunale è dello 0,9% e l'esenzione vale per redditi fino a 14.000 euro, con una pensione lorda di 1.500 euro deve pagare 526,50 euro annui. L'acconto mensile ammonta a circa 58 euro, che verranno trattenuti già dal cedolino di marzo 2025.