Pensioni, fino al 2% in meno da gennaio 2025: ecco a chi scatta la tagliola

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 04/01/2025 10:15

Pensioni, fino al 2% in meno da gennaio 2025: ecco a chi scatta la tagliola

A causa delle ultime novità per le pensioni del 2025, questi contribuenti rischiano di ritrovarsi a partire da gennaio un assegno previdenziale più "leggero".

Una bella beffa per chi ha versato anni e anni di contributi e che ha sempre sperato di ritrovarsi alla fine della propria carriera con una pensione dignitosa.

Per fortuna c'è modo per evitare questa tagliola, o almeno di limitarne i danni. Vediamo come fare.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di PuntoPensione.

Pensioni, da gennaio 2025 2% in meno nell'assegno: ecco per chi

Fortunatamente, il taglio in questione non riguarderà i contribuenti che sono già titolari dell'assegno previdenziale.

Solo chi andrà in pensione a partire da quest'anno si beccherà questa tagliola, stimata appunto attorno al 2% secondo i calcoli della CGIL.

Il motivo di questo taglio è dovuto principalmente ai nuovi coefficienti di trasformazione, che da quest'anno si riducono ancora di più.

Per la cronaca, questi coefficienti servono per (appunto) "trasformare" il proprio montante contributivo (ovvero l'insieme di tutti i contributi versati) nella pensione che poi si riceverà ogni mese.

A seconda dell'andamento dell'aspettativa di vita, questi coefficienti possono ora aumentare, come accaduto per quelli del biennio 2023-2024, ora scendere, come nel caso degli odierni coefficienti.

A titolo d'esempio, se uno va in pensione a 67 anni oggi moltiplicherà il suo montante per 5,608%, invece che per 5,723% come invece era previsto l'anno scorso.

Così facendo, secondo le simulazioni del sindacato, un lavoratore che guadagna a fine carriera 30mila euro lordi beneficerà di una pensione di 1.225 euro al mese. Se fosse uscito l'anno prima, la pensione sarebbe stata di 1.250 euro al mese.

A conti fatti, il lavoratore perderà così oltre 25 euro al mese, per un totale di oltre 326 euro l'anno. Secondo la CGIL, nell'intero periodo della pensione attesa "si perderanno oltre 5mila euro".

Pensioni, come evitare il taglio di gennaio 2025

L'applicazione dei coefficienti di trasformazione è inevitabile, ma ci sono dei modi per ridurre gli effetti nefasti di questi coefficienti sul proprio futuro assegno.

La prima soluzione è quella di ritardare l'uscita previdenziale. Uscendo a 70 anni con lo stesso montante contributivo, si avrebbe una pensione di 1.367 euro al mese, ben 142 euro in più rispetto a quella prevista in caso di ritiro a 67 anni.

Come soluzione però potrebbe non essere il massimo, dato che toccherebbe continuare a lavorare altri 3 anni.

L'alternativa sarebbe allora di accumulare altri anni contributivi in modo da arrivare alla stessa cifra del 2024.

In tal caso, converrebbe allora fare richiesta per la pace contributiva, se si hanno dei buchi contributivi. Disponibile anche nel 2025, questo istituto permette di coprire fino a 5 anni di mancata contribuzione attraverso un versamento a unica soluzione o rateizzato.

Se non si ha modo di aderire alla pace contributiva, toccherà provvedere tramite versamento volontario, a patto però di rientrare nelle condizioni previste dall'INPS.

Pensioni, dal 2025 sempre meno soldi per i pensionati

Come quest'anno e così nei prossimi, difficilmente i pensionati (e anche quelli che devono ancora ritirarsi) riceveranno soldi in più nel proprio assegno.

E non solo per via dei sopramenzionati coefficienti, ma anche a causa della perequazione stessa, ovvero la rivalutazione annua delle pensioni.

Per ben 2 anni i pensionati hanno potuto godere di aumenti molto consistenti, grazie all'altissima inflazione registrata in quegli anni.

Ma nell'ultimo anno l'inflazione si è abbassata, tornando a cifre più ragionevoli. Questo però ha comportato a disporre una rivalutazione annua davvero misera, pari allo 0,8%. Percentuale che, ricordiamo, è prevista solo per chi ha una pensione entro quattro volte il trattamento minimo.

Se si supera tale soglia ma la pensione non va oltre cinque volte il minimo, la percentuale scenderà allo 0,75%. Se invece la pensione va oltre le cinque volte, passerà direttamente allo 0,6%.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento. Leggi il Disclaimer »