Per le pensioni il 2025 sarà un anno difficile.
Si prevede infatti per molti lavoratori un ritiro "in ritardo" rispetto all'attuale normativa vigente, mentre per i pensionati si teme un taglio consistente nella rivalutazione dell'assegno previdenziale.
Ma non solo: vediamo tutte le novità in arrivo nel 2025 per lavoratori e pensionati.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.
Pensioni, l'uscita passa a 70 anni per questi lavoratori
Proposta giorni addietro dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, si tratta di una misura che permetterebbe agli enti pubblici di ritardare l'uscita soltanto per i dipendenti "volontari".
In pratica le amministrazioni potranno proporre ai propri impiegati la possibilità di ritirarsi 3 anni dopo, chiedendo chi vuole rimanere "su base volontaria".
Non si tratterebbe quindi di un'imposizione del Governo, ma di una possibilità concessa alle amministrazioni "decentrate" (Comuni, Enti locali...) per gestire al meglio il turnover dei propri uffici.
Parliamo infatti di una misura che per certi versi bloccherebbe l'avanzamento del vuoto impiegatizio che si sta sviluppando da anni all'interno degli uffici pubblici, anche se a "danno" di chi vuole ritirarsi dopo decenni di attività lavorativa.
Infatti, anche se al momento limitata solo ai lavoratori del pubblico impiego, questa proposta di uscire 3 anni dopo rispetto a quanto stabilito dalla Pensione di Vecchiaia della Fornero non farà piacere a nessuno.
Non si sa nemmeno se questi 3 anni in più contribuiranno ad arricchire la propria pensione. In linea teorica dovrebbero, visto che il lavoratore uscirebbe a 70 anni e con 3 anni di contributi in più.
Ma come abbiamo già visto con i nuovi coefficienti di trasformazione previsti nel 2025, lo Stato può modificare tranquillamente le pensioni quando vuole, anche a costo di ridurre il più possibile ogni benefit.
Pensioni, taglio dell'assegno per questi pensionati
Oltre all'uscita in ritardo per i lavoratori, c'è un'altra notizia in arrivo, stavolta solo per i pensionati: il taglio dell'assegno.
O, più precisamente, il taglio della rivalutazione, previsto anche nel 2025 per chi ha una pensione medio-alta.
A meno di un'inversione a U da parte dell'Esecutivo, si prevede per il 2025 lo scatto della tagliola a partire dagli assegni previdenziali sopra i 1.732 euro circa.
In attesa di ufficialità da parte del Governo, si può supporre che il taglio verrà effettuato secondo una serie di aliquote che verranno applicate ad ogni fascia di reddito.
Seguirebbe così il modello adottato nelle ultime due Manovre di Bilancio, che hanno previsto l'applicazione di aliquote che vanno dall'85% per chi ha un assegno tra 4 e 5 volte il trattamento minimo al 53% per chi lo ha tra cinque e sei volte, fino al 22% se l'assegno è sopra le 10 volte.
Quanto si perderebbe con questo rinnovo dei tagli? Non poco: CGIL e SPI hanno pure stimato le perdite, e sono dell'ordine di migliaia di euro.
Pensioni, rebus sulle uscite per il 2025
Oltre a ritardi e tagli, per i lavoratori che vogliono diventare pensionati dal prossimo anno ci sono delle ulteriori novità, almeno per quanto riguarda le uscite anticipatorie.
Chi ha infatti molti anni di contributi dovrà fare attenzione nel 2025, visto che potrebbe ritrovarsi a dover uscire o con Quota 41 light o con Quota 103.
Uscite che dal prossimo anno saranno diverse solo nel requisito anagrafico (Quota 103 richiederà 62 anni per il ritiro), mentre per il resto saranno uguali, soprattutto nel calcolo contributivo dell'assegno.
E il fatto che abbiamo parlato di un "dover uscire" non va inteso come errore.
L'alternativa per queste pensioni sarebbe sempre la Pensione Anticipata, ma, oltre a 22 mesi in più di contribuzione (10 mesi se lavoratrice), dal 2025 richiede anche di dover attendere ben 6-7 mesi per poter far scattare la pensione.