Pensioni, dal 2025 nuova stangata per chi esce a 62 anni

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 26/11/2024 09:15

Pensioni, dal 2025 nuova stangata per chi esce a 62 anni

Uscire con un assegno previdenziale sostanzioso diventerà ancora più difficile a partire dal 2025.

E questo per via dei nuovi parametri in partenza dal 1 gennaio 2025, che ridurranno in maniera consistente il montante contributivo per chi vorrà uscire a 62 anni.

Vediamo infatti perché questo taglio sull'assegno futuro, e cosa fare per evitare tutto ciò.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al Canale Notizie.

Pensione a 62 anni più risicata a causa dei parametri del 2025

Il motivo per cui la pensione sarà ancora più risicata nel 2025? Basta leggere l'ultimo decreto del Ministero del Lavoro, il numero 436 del 2024.

Come recita l'articolo Unico:

"A decorrere dal 1 gennaio 2025, i divisori e i coefficienti di trasformazione [...] sono rideterminati nella misura indicata dalla tabella allegata al presente decreto, di cui costituisce parte integrante".

In breve, sono stati pubblicati i nuovi coefficienti di trasformazione, ovvero quelli che ripartiscono il montante contributivo in un assegno previdenziale annuo.

Per chi non lo sapesse, quando si esce dal lavoro e si fa richiesta di pensionamento, tutto il montante viene ridimensionato secondo un coefficiente che "divide" l'assegno per tanti anni quanti quelli che intercorrono dall'età di uscita alla propria aspettativa di vita stimata dall'ISTAT.

Dal 1 gennaio, quindi, chi esce a 62 anni con un montante contributivo di 200mila euro si vedrà applicato il nuovo coefficiente di trasformazione al 4,795% per il calcolo dell'assegno finale.

Tradotto in cifre semplici, con l'applicazione di questo coefficiente l'assegno finale sarebbe di circa 9.590 euro all'anno, ovvero 737 euro al mese.

Pensione a 62 anni, come evitare il "taglio" dell'assegno nel 2025

Purtroppo questa specie di "taglio" da parte dei coefficienti di trasformazione è inevitabile per quasi tutti i pensionati.

Ad oggi, però, solo coloro che non rientrano all'interno del sistema contributivo-misto possono evitare l'applicazione di tali coefficienti, ovvero tutti i lavoratori:

  • ?

    non sono privi di contributi al 31 dicembre 1995;

  • ?

    che non hanno optato per la liquidazione della pensione con il sistema interamente contributivo;

  • ?

    che non hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995.

Pertanto, solo coloro che rientrano nelle deroghe Amato possono evitare il taglio dovuto dai coefficienti di trasformazione.

Altrimenti, l'unica soluzione sarebbe quella di uscire più tardi.

Infatti le cifre sopra riportate sono irrisorie per chi esce a 62 anni. Se invece si aspettano altri 5 anni, uscendo a 67 anni si potrebbe avere un assegno pari a 11.216 euro, ovvero 862 euro al mese. Altri 4 anni di attesa, e si passerebbe a 13.020 euro, ovvero 1.001 euro al mese.

Se si vuole evitare l'uscita in ritardo, toccherà provvedere al cumulo dei contributi ad esempio aderendo alla pace contributiva, che prevede fino a 5 anni di copertura dei buchi contributivi in essere.

Pensione a 62 anni, il coefficiente di trasformazione come nuova tagliola

Ufficialmente si tratta del settimo aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, introdotti con la Riforma Dini del 1995 ma in funzione dal 2010.

Nonché il sesto "negativo" per tutti gli assegni previdenziali: l'unica eccezione è stata nel 2023, in cui per la prima volta il coefficiente era superiore rispetto a quello della tornata precedente.

Purtroppo, se a ogni aggiornamento i coefficienti diventano più bassi, l'assegno diventerà sempre più povero. Basti solo fare un paragone con quelli del biennio 2023-2024.

Uscendo a 62 anni nel 2023, il coefficiente era pari a 4,882%. Prendendo il montante di prima, l'assegno mensile sarebbe stato di 751 euro, 14 euro in più al mese rispetto al 2025.

E così a 67 anni, con l'assegno mensile a 880 euro (18 euro in più). E a 71 anni, con l'assegno a 1.023 euro (22 euro in più).

Sono numeri che a livello di rateo mensile sembrano ridicoli, ma a livello annuo si parla di una perdita che va da 182 a 286 euro. Tutti soldi che la rivalutazione del prossimo anno non permetterà di recuperare.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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