Purtroppo dal 2025 ci saranno non pochi cambiamenti a livello previdenziale.
Basti pensare alla pensione di Vecchiaia, che prevede 67 anni d'et e 20 anni di contributi. Ma solo per quest'anno.
Sembra infatti che dal prossimo anno la pensione non preveder pi questa quota contributiva. E non solo.
Vediamo insieme cosa cambia dal prossimo anno, e quali opzioni rimangono per andare in pensione dal 2025.
Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di BONUS FACILE ITALIA Pensioni & Agevolazioni.
Pensioni, perch dal 2025 non basteranno 20 anni di contributi
La questione del requisito contributivo ormai un tavolo aperto da anni in sede di Riforma Previdenziale.
Se in passato la quantit dei contributi non era cos determinante ai fini di una buona pensione (si veda prima del 1995), negli ultimi decenni il requisito contributivo diventato un ostacolo per tutti coloro che hanno difficolt a raggiungere una quantit sufficiente di anni contributivi.
E non parliamo di requisiti contributivi come quelli richiesti per le Quote, ma anche solo per quanto concerne la Pensione di Vecchiaia.
Ferma dal 2012 con i suoi 20 anni di contributi, questa uscita previdenziale cambiata negli ultimi 12 anni solo in merito al requisito anagrafico, passato al 2019 a 67 anni.
Ora invece si teme il peggio.
Non un aumento dell'et anagrafica (comunque previsto dal 2026 come disposto dal decreto ministeriale del 2019), bens un aumento dei requisiti contributivi.
In attesa del documento preliminare del CNEL (Consiglio nazionale dell?economia e del lavoro) e della successiva proposta di legge, si prevede come modifica in extremis ai requisiti della Vecchiaia di Fornero un aumento della quota contributiva, che passerebbe da 20 a 25 anni.
Tutto pur di evitare il ritorno del blocco dell'assegno a 1,5 volte il trattamento minimo.
Pensioni, un 2025 sul segno della flessibilit
Giorni fa trapelata l'ipotesi di un ritorno al modello di flessibilit gi previsto dalla Legge Dini.
Ovvero un'uscita dal lavoro non fissata a una precisa et, ma appunto flessibile, con tanto di intervallo che va dai 64 ai 72 anni.
Praticamente gli stessi anni previsti se si vuole uscire con la pensione anticipata contributiva (64 anni e 20 anni di contributi ma con tanto di penalizzazioni), oppure con meno di 20 anni di contributi (71 anni fino al 2026).
Ovviamente questo sistema non privileggerebbe chi esce a 64 anni, altrimenti andrebbe in contraddizione con gli stessi coefficienti di trasformazione, che risultano pi bassi nel caso in cui si anticipi l'uscita dal lavoro.
Questa flessibilit punta in realt a posticipare quanto pi possibile l'uscita dal lavoro.
In cambio, il neo-pensionato potr ricevere un assegno decisamente pi generoso.
Sempre se nel corso degli anni non provvedano a ridurre gli stessi coefficienti o disporre di nuovi limiti all'assegno: l'abbiamo visto nel caso dell'Ape Social, il cui importo mensile bloccato a 1.500 euro.
Pensioni, le novit in arrivo dal 2025 per tutti i pensionati
Il 2025 non sar un anno roseo per chi vuole andare in pensione.
Salvo rinnovi in sede di Manovra di Bilancio, molte opzioni previdenziali rischiano di non esserci il prossimo anno, essendo quasi tutte delle misure "non strutturali", cio non finanziate automaticamente.
E' il caso delle celebri Quote, che ogni anno vengono modificate per venire incontro alle casse dello Stato: da Quota 100, costata circa 23 miliardi (dati INPS 2022), fino a Quota 103, prevista per col calcolo contributivo.
E cos anche Opzione Donna, che ogni anno aumenta il requisito anagrafico, arrivando oggi con la richiesta di 61 anni per l'uscita (nel 2022 era a 58-59 anni).
Altro in arrivo nel 2025 anche il riconteggio dei sopracitati coefficienti di trasformazione, che porter assegni meno ricchi per coloro che provano a uscire prima dei 67 anni d'et, e decisamente pi corposi a chi rimane a lavorare oltre i 70 anni.
E per finire, probabilmente una perequazione delle pensioni che non andr oltre il 2%, data la bassa inflazione che si sta registrando quest'anno.
Senza contare il rischio per gli over 75 di perdere la maggiorazione disposta con la Legge di Bilancio 2023, a meno che non venga rinnovata per il 2025.