Pensioni, come avere 295 euro in più al mese: il "bonus" che pochi conoscono

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 14/11/2024 09:15

Pensioni, come avere 295 euro in più al mese: il bonus che pochi conoscono

Non serve aspettare la rivalutazione di fine anno per aumentare l'importo della propria pensione.

C'è infatti una soluzione, che attraverso una semplice "integrazione" permetterebbe a chi è titolare di una pensione di aumentare il proprio rateo mensile di circa 295 euro.

Ovviamente non è il classico bonus da richiedere all'INPS, ma qualcosa di un po' più complesso. Vediamo infatti di cosa si tratta.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Pietro Michelangeli.

Pensioni, come avere il "bonus" da 295 euro al mese

Intanto partiamo dal fatto che il bonus in questione non prevede requisiti d'accesso di tipo previdenziale, ma di tipo "finanziario".

Infatti questi 295 euro sono i soldi che si possono ricavare aderendo ai fondi per la previdenza integrativa (o complementare), secondo una ricerca condotta dalla società di consulenza finanziaria Moneyfarm.

Secondo i dati raccolti dalla società, bisognerebbe fin da subito aderire a un fondo complementare per arrivare a maturare una rendita del genere prima dei 67 anni.

Ma quanti soldi servono? Almeno 2.004 euro all'anno: sono questi i soldi che, secondo i dati raccolti da Moneyfarm, in media vengono versati da chi ha aderito a una forma di previdenza integrativa.

Da qui, come precisa il comunicato di Moneyfarm,

"[...] considerando il versamento medio di cui sopra fino all’età di 67 anni e un maturato medio stimabile in 20.250 euro, la rendita integrativa netta stimata che ci si può attendere da un fondo pensione "bilanciato” è di circa 295 euro al mese, con valori compresi tra i 231 euro delle cinquantenni e i 350 euro dei trentenni".

In poche parole, se si matura alla fine della carriera una cifra del genere a livello di TFR, e si accede a un fondo pensione di tipo "bilanciato" (ovvero non caratterizzato da un elevato rischio di investimento), il risultato è una rendita di quasi 300 euro.

Pensioni, pro e contro di questo "bonus" da 295 euro al mese

In pratica, rispetto a tanti altri benefit, questo bonus permette di avere in futuro 295 euro in più nella propria pensione. Ma solo se si versano a partire da oggi qualche centinaio di euro al mese.

Come è facilmente intuibile, come soluzione presenta non pochi svantaggi, tra questi (appunto) l'onere finanziario richiesto.

In effetti, privarsi di soldi che ci servono oggi per un domani più roseo potrebbe non essere il massimo per molti contribuenti, specie se il futuro non è affatto così idilliaco.

Inoltre, come già detto tempo fa, il problema dei fondi pensione è che possono non essere molto convenienti se il loro rendimento è insufficiente pure per coprire le "perdite" dovute dall'inflazione, o dalle commissioni stesse.

Va detto però che investire nei fondi pensione da un punto di vista fiscale ha i suoi vantaggi. Basti solo citare la deducibilità fiscale prevista per tutti i versamenti fino a 5.164 euro l'anno.

Addirittura (altro vantaggio) si può utilizzare il proprio TFR versandolo direttamente nei fondi privati invece che in azienda, così da non toccare i propri risparmi.

Un'opzione, tra l'altro, sostenuta anche dal Governo, che non a caso è al lavoro per rendere "obbligatorio" il versamento del 25% del TFR nella previdenza complementare.

Pensioni, il futuro è nella previdenza complementare?

Parlare oggi del futuro delle pensioni potrebbe essere alquanto imprudente, dal momento che tutto può cambiare in un anno, così come nei prossimi 5-10 anni.

Semmai, l'unica cosa che difficilmente cambierà nei prossimi anni è la deriva demografica che sta vivendo il nostro Paese: con una popolazione che rischia in futuro di essere per la maggior parte composta da pensionati, sarà inevitabile un giorno ritrovarsi con spese previdenziali insostenibili.

Ciononostante, il Governo dovrà comunque trovare delle soluzioni per impedire che i futuri pensionati paghino di tasca propria, con assegni miseri o addirittura senza alcuna pensione.

Ma come abbiamo potuto vedere con l'ultimo aumento delle pensioni, oggi l'Esecutivo ha pochi soldi da offrire ai pensionati.

Pertanto (al momento) la soluzione migliore è quella di affidarsi alla previdenza complementare. Ma solo se la propria situazione finanziaria ci consente di mettere dei soldi da parte, senza intaccare le proprie spese quotidiane.

Anche perché, come già citato sopra, non è un'operazione indolore. Sebbene i fondi complementari siano a prova di fallimento, commissioni o bassi rendimenti possono comunque rovinare tutto il capitale investito.

E ritrovarsi a 67 anni (o anche ben oltre) con l'ombra di quella che doveva essere una "ricca" rendita non è proprio il sogno di tutti.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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