Nonostante le varie uscite anticipatorie e le Quote, alla fine in molti si affidano ancora alla Pensione di Vecchiaia e Anticipata, le due misure previdenziali riformate con la Legge Fornero del 2012.
Purtroppo nel corso degli ultimi anni queste uscite hanno subito delle modifiche, anche pesanti, come quelle in arrivo nel prossimo anno.
Modifiche che ovviamente non sono sempre a favore del neo-pensionato. Vediamo infatti quali novit sono in arrivo per tutti coloro che vogliono uscire gi dal prossimo anno.
Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di RadioUCI Redazione.
Pensioni 2025: come cambia la Pensione di Vecchiaia
Ad oggi la principale modifica che subir la Pensione di Vecchiaia dal 2025 sar sul fronte dei coefficienti di trasformazione.
Si trattano di coefficienti da applicare sul montante contributivo maturato dal pensionato per tutti i contributi che rientrano nella fascia temporale prescritta dalla Riforma Dini del 1995.
Ricordiamo: fino al 31 dicembre 1995 tutti i contributi sono calcolati con il sistema retributivo.
Quelli successivi invece sono calcolati col modello contributivo, ma questo dipende anche dal numero di anni contributivi maturati (ad esempio, se si maturano 18 anni di contributi entro il 1995, la parte contributiva inizia dal 2012).
Comunque sia, con la modifica dei coefficienti, chi va in pensione nel 2025 rischia di ritrovarsi con un assegno un po' pi magro, ovviamente per la parte calcolata nel contributivo.
Nonostante ci, salvo nuove disposizioni in arrivo con la prossima Manvora, non dovrebbero scattare ulteriori penalizzazioni come quelle che abbiamo visto l'anno scorso.
Ovvero l'introduzione di una minima d'importo per far maturare l'assegno.
Fino al 31 dicembre 2023 si doveva aver maturato con la propria pensione un assegno pari o superiore a 1,5 volte la minima (circa 800 euro).
Per il 2024 non prevista questa penalizzazione, al massimo si richiede un assegno minimo di 534 euro, appunto la sola minima.
Pi facilmente raggiungibile rispetto a 800 euro, una quota che con soli 20 anni di contributi (se da redditi bassi) potrebbe non essere cos abbordabile.
Pensioni 2025: come cambia la Pensione di Anzianit
Discorso a parte per la Pensione di Anzianit, che dovrebbe prevedere nel 2025 gli stessi requisiti contributivi:
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42 anni e 10 mesi per lavoratori,
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41 anni e 10 mesi per le lavoratrici.
Potrebbe per non risultare pi dal prossimo anno l'uscita ideale per tutti i pensionati, se Quota 41 per tutti dovesse avere una possibilit minima di approdare il prossimo anno.
Parliamo di un'uscita previdenziale che potrebbe convenire al pensionato, visto che richiede solo 41 anni di contributi, di cui 12 mesi entro il 19esimo anno d'et.
Peccato che, pur di renderla operativa il prima possibile dopo anni di proposte e rifiuti, si sta cercando di proporla con penalizzazioni abbastanza importanti.
Come il ricalcolo integrale con il modello contributivo anche della parte nella zona retributiva, con il rischio di ritrovarsi un assegno molto pi contenuto.
Pensioni 2025: quanto si perder il prossimo anno
Andando sul concreto, nel caso della Pensione di Vecchiaia, l'assegno potrebbe cambiare a seconda che si maturino 18 anni entro il 1995 o no.
Esempio estremo: supponiamo di aver maturato ben 47 anni di contributi lavorando fin dall'et di 16 anni.
Avendo 18 anni di contributi nel 1995, si aggiungono altri 16 per la parte 1996-2011, per un totale di 34 anni di contributi sotto retributivo e 13 anni nel contributivo (2012-2024).
Se si chiude l'attivit lavorativa con un reddito annuo medio di 25mila euro, si otterrebbe addirittura una pensione al 100% corrispondente a quella dell'ultimo stipendio.
Se invece si maturano solo 15 anni nella parte pre-1995, in questo caso la forbice contributiva sarebbe 1996-oggi, quindi ben 28 anni sotto contributiva.
Invece di 25mila euro di pensione, si scenderebbe a 22mila, circa il 12% in meno.
Nel caso dell'Anticipata, se si esce alla prima data utile con 42 anni di contributi, alle medesime condizioni reddituali, si avrebbero 21mila euro di pensione annua grazie alla parte retributiva.
Se si riuscisse ad accedere a Quota 41 per tutti, con la penalizzazione contributiva, si avrebbero invece 18mila euro, circa il 15% in meno.