Ancora la Manovra è in fase di valutazione in Parlamento, e quindi tutto deve essere ancora confermato a livello di bonus, misure previdenziali e soprattutto di sgravi fiscali.
Come il promesso taglio dell'IRPEF per lavoratori e (anche) pensionati, che se dovesse andare in porto potrebbe aumentare non di poco stipendi e (soprattutto) pensioni a partire dal 2025.
Il problema è che ad oggi si sa poco in merito al destino di questo sgravio fiscale. Vediamo bene che fine ha fatto, e di quanto potrebbe aumentare la pensione nel caso in cui venisse inserito in Manovra.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mr LUL lepaghediale.
Pensioni 2025, cos'è il taglio dell'IRPEF per i pensionati
Avevamo parlato tempo fa della proposta del Governo di portare a riduzione l'IRPEF su stipendi e pensioni.
Come sappiamo, oggi sono previste tre aliquote IRPEF:
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al 23% per i redditi fino a 28mila euro,
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al 35% per i redditi da 28.001 a 50mila euro,
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al 43% per i redditi oltre 50.001 euro.
La prima è quella ridotta di due punti percentuali a inizio anno (nel 2023 era al 25%), la seconda è quella che il Governo vorrebbe portare al 33%.
Infatti da mesi l'Esecutivo ha come obiettivo un'ulteriore riduzione dell'IRPEF di 2 punti percentuali. E non solo. Oltre a ridurre l'aliquota, il Governo vorrebbe alzare il secondo scaglione del reddito da 50 a 60mila euro.
Così facendo, le aliquote risulterebbero:
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al 23% per i redditi fino a 28mila euro,
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al 33% per i redditi da 28.001 a 60mila euro,
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al 43% per i redditi oltre 60.001 euro.
Si tratterebbe di un forte alleggerimento fiscale per il ceto medio, visto che milioni di persone "abitano" il secondo scaglione. Per la precisione, circa più di 8 milioni di contribuenti hanno redditi tra 28mila e 60mila euro, stando ai dati del Dipartimento delle Finanze (Redditi 2022).
Ma a parte essere un importante risparmio fiscale per le famiglie, sarebbe comunque un importante onere per lo Stato, visto che dovrà privarsi di non poche entrate erariali a causa di questo taglio.
Pensioni 2025, a quanto ammonterebbe il risparmio IRPEF per i pensionati
Facendo un paio di conti, da questo potenziale taglio dell'IRPEF si ricaverebbe un risparmio fiscale abbastanza importante per le pensioni.
Supponiamo di avere una pensione con imponibile fiscale di 60mila euro. Oggi, con l'applicazione delle aliquote in vigore, il prelievo fiscale sarebbe di circa 18.400 euro, ovvero 1.415 euro ogni mese per 13 mensilità (senza contare addizionali comunali/regionali ed eventuali ritenute).
Con l'introduzione di questo taglio dell'IRPEF, le nuove aliquote porterebbero il prelievo fiscale a 17mila euro circa, ovvero a 1.300 euro al mese (sempre per 13 mensilità).
A conti fatti, il risparmio fiscale sarebbe di 115 euro al mese, circa 1.400 euro all'anno. Un risparmio lordo, però, e che coinvolgerebbe soltanto chi è il più vicino possibile alla soglia massima.
Pensioni 2025, che fine ha fatto il taglio dell'IRPEF?
Ad oggi il taglio dell'IRPEF non risulta presente nel testo della Manovra, pertanto è probabile che per quest'anno non si potrà procedere all'alleggerimento delle aliquote fiscali.
Precisa il Corriere della Sera, nella Manovra però è previsto
"[...] un forte taglio sulle detrazioni per chi ha un reddito lordo superiore a 75mila euro".
Una misura completamente opposta al promesso taglio dell'IRPEF, ma che fa ben capire che la "coperta" della Finanziaria è davvero "corta" quest'anno, specie per garantire le varie misure promesse.
Tutto ciò però potrebbe cambiare con l'eventuale gettito del concordato preventivo biennale. Precisa sempre il Corsera, l'Esecutivo ha spiegato che se il concordato avesse successo,
"[...] il relativo gettito potrebbe essere appunto utilizzato per alleggerire l?IRPEF".
Parliamo di un gettito stimato attorno ai 2 miliardi di euro, (forse) sufficienti per ridurre l'aliquota e/o per alzare lo scaglione del reddito.
Il problema è che se ne potrà sapere di più dopo il 31 ottobre, termine per l?adesione al concordato preventivo biennale. Per ora i segnali che sono filtrati non inducono all?ottimismo.