Anche quest'anno si allarga la rosa delle uscite previdenziali a cui è possibile aderire.
Dopo Ape Sociale, Quota 103 e tante altre, nel 2025 i lavoratori vicini alla pensione possono aderire anche a Quota 89.
Una "nuova" uscita previdenziale che prevede dei requisiti abbastanza stringenti, soprattutto a livello contributivo.
Vediamo bene di cosa si tratta, e quali sono i requisiti previsti.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Informazione Fiscale.
Pensioni 2025, cos'è Quota 89
Introdotta quest'anno assieme a tante altre disposizioni previdenziali, Quota 89 è a tutti gli effetti una versione più "rigida" della Pensione Anticipata Contributiva, altrimenti nota come Quota 84.
Ed è "rigida" per via del nuovo requisito contributivo. Se l'Anticipata richiede solo 20 anni di contributi, per Quota 84 se ne richiedono 25 anni, come disposto dal comma 183 dell'articolo 1 della Legge di Bilancio 2025.
Si tratta però di un requisito previsto soltanto per quei lavoratori che vogliono "arricchire" la propria pensione utilizzando la rendita della previdenza complementare, al fine di raggiungere il minimo richiesto per maturare l'assegno finale.
Pertanto, Quota 89 è praticamente un "alternativa" all'Anticipata Contributiva.
Si può sempre accedere a quest'ultima opzione, ma bisognerà maturare 20 anni di contribuzione effettiva "obbligatoria" (cioè non derivante da versamenti volontari o da accorpamenti da fondi complementari) e al tempo stesso raggiungere l'importo minimo richiesto per l'assegno.
Se però si vuole a tutti i costi sfruttare quanto già versato nei fondi, si può fare questo "travaso" contributivo. Ma in tal caso i requisiti cambiano completamente.
Pensioni 2025, quali sono i requisiti di Quota 89
Come già detto sopra, Quota 89 richiede almeno 25 anni di contribuzione effettiva (dal 2030 ne serviranno addirittura 30).
Inoltre, il lavoratore dovrà avere almeno 64 anni per poter far richiesta di Quota 89, e avere raggiunto un importo minimo della pensione pari a:
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3 volte il trattamento minimo se lavoratore (3,2 a partire dal 2030),
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2,8 volte il trattamento minimo se lavoratrice con un figlio a carico,
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2,6 volte il trattamento minimo se lavoratrice con due o più figli a carico.
In soldoni, il lavoratore dovrà maturare un assegno previdenziale tra i 1.400 e i 1.600 euro lordi per poter aderire a Quota 89 (e così anche alla Pensione Anticipata Contributiva).
Infine, altro requisito è quello della cessazione di ogni attività lavorativa durante la percezione della pensione da Quota 89.
Anche nel caso di Quota 89 i redditi da lavoro risultano infatti incumulabili con i redditi da pensione, salvo i compensi derivanti da lavoro autonomo occasionale sino a 5.000 euro lordi annui.
Pensioni 2025, conviene ritirarsi con Quota 89?
Anche per Quota 89 non mancano i pro e contro, come ad esempio il fatto che preveda la stessa logica delle "soglie minime" prevista nella Pensione Anticipata Contributiva.
Fortunatamente, grazie alla possibilità di arricchire la propria pensione grazie alla previdenza complementare, si può raggiungere più facilmente la soglia minima, anche nel caso in cui la rendita integrativa sia di poche centinaia di euro.
Semmai il problema è che, sfruttando la pensione integrativa, toccherà avere già nel 2025 i 25 anni di contributi richiesti.
E non solo. Scegliendo l'uscita con Quota 89 ci si ritroverà a prescindere con una pensione calcolata interamente con il modello contributivo, che in genere penalizza pesantemente l'assegno previdenziale rispetto all'ultimo stipendio percepito.
In conclusione, Quota 89 può essere congeniale per chi ha molti anni di contribuzione e anche un fondo previdenziale sostanzioso.
Ma una domanda sorge spontanea: quanti lavoratori si trovano in una situazione del genere?