Pensione, le soluzioni migliori per riempire i buchi contributivi nel 2024

11/06/2024 09:15

Pensione, le soluzioni migliori per riempire i buchi contributivi nel 2024

Succede nel corso della propria carriera di non riuscire a maturare anni contributivi completi, o addirittura di non averne per diversi periodi (disoccupazione, malattia, lavori saltuari...).

Si chiamano "buchi contributivi", e possono essere un problema quando si va in pensione.

Per fortuna oggi non mancano le maniere per riempire questi buchi, in alcuni casi senza dover pagare nemmeno troppo.

Vediamo insieme quali sono i casi migliori, e come fare per andare il prima possibile in pensione.

Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale Salvatore Spinosa Consulente Finanziario.

Pensione, cosa sono i buchi contributivi

Il buco contributivo un modo improprio per indicare quelle parti nel proprio estratto conto contributivo in cui non risulta versato alcun contributo previdenziale.

Un vuoto che in qualche modo interrompe la continuit dei contributi gi presenti all'INPS.

Parliamo di un problema notevole per il contribuente, perch avere una storia contributiva incompleta pu diventare un ostacolo per il futuro pensionato.

Se non si interviene tempestivamente, ci si potrebbe ritrovare alla fine con anni non sufficienti per far scattare la pensione.

E questo non perch il datore di lavoro non ha versato i contributi.

Un buco contributivo pu avvenire anche a causa di un periodo prolungato di disoccupazione, oppure per via del congedo parentale o di un lungo periodo di malattia, per i quali si avrebbero solo contributi figurativi, non effettivi.

Sono tutti eventi che minano il futuro previdenziale del contribuente, e che potrebbero portarlo a dover ritardare l'uscita dal lavoro. Per fortuna non mancano i modi per riempire questi buchi.

Pensione, come riempire i buchi contributivi

Negli ultimi anni si dato modo a chi si ritrovava con questi buchi di poter sistemare al meglio la propria situazione previdenziale.

Va detto per che il riscatto non un'opzione sempre disponibile: l'Istituto Previdenziale d accesso a questa soluzione solo in certi casi, e in genere all'interno di precise finestre temporali.

A titolo d'esempio, prima di oggi l'INPS aveva dato disposizione per il riscatto di questi buchi fino al 31 dicembre 2021, e solo per il periodo 1995-2019.

Con la pace contributiva disposta per il biennio 2024-2025 (si veda la Legge di Bilancio 2024, dai commi 126 a 130), torna per i contribuenti la possibilit di riscattare tutti gli anni che non risultano coperti da contributi.

Ovviamente non per tutti i contribuenti.

Come gi ribadito nella circolare 5/E 2024 dell'Agenzia delle Entrate, prevista la pace contributiva solo per:

  • ?

    lavoratori pubblici e privati;

  • ?

    iscritti alle gestioni INPS dipendenti o autonomi o alle forme sostitutive,

  • ?

    titolari di versamenti avviati a partire dal 1 gennaio 1996.

Questa soluzione permette inoltre di capitalizzare anche eventuali riscatti che possono essere richiesti in contemporanea, come quelli per chi ha avuto il periodo di leva obbligatoria, o per chi ha frequentato l'universit.

L'INPS permette di recuperare anche questi anni, e in soluzioni agevolate in alcuni casi.

Agevolate, ma attenzione: non a gratis.

Pensione, quanto cosa riempire i buchi contributivi

Il riempimento dei buchi contributivi un servizio che, oltre a essere limitato nel tempo, non assolutamente gratuito.

Se si vuole evitare di pagare, l'unica soluzione possibile richiedere il versamento del riscatto da parte del datore di lavoro attraverso i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso, come ribadisce l'articolo 1, comma 129, della legge di bilancio 2024.

In questo caso occorre ricordare che:

  • ?

    per l?impresa, il versamento rappresenta un costo fiscalmente deducibile;

  • ?

    per il lavoratore, l?importo versato a suo nome non rientra nel reddito fiscalmente imponibile.

Una soluzione quasi a gratis, altrimenti per il contribuente tocca provvedere al versamento o in rata unica o facendo affidamento al sistema di rateizzazione decennale dell'Istituto: 120 rate mensili ma con importo non inferiore a 30 euro, e solo per buchi fino a un massimo di 5 anni.

Ma quanto costa effettivamente? Dipende dall'estensione del buco contributivo.

Il calcolo dell'anno perduto in base alla retribuzione imponibile degli ultimi 12 mesi precedenti la data della domanda di adesione.

Se si dipendenti, si calcola la retribuzione con l'aliquota del 33%, mentre se liberi professionisti del 24% (25,72% se Gestione Separata).

Nel caso del riscatto della leva o degli anni universitari, la fomula agevolata permette di riappianare l'anno con soli 5.200 euro, una cifra inferiore se si pensa che l'anno contributivo di un dipendente da 25mila euro lordi superiore a 8mila euro.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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