Fortunatamente quest'anno (e anche il prossimo) l'età di uscita per aderire alla Pensione di Vecchiaia rimane a 67 anni.
Ma si potrà dire lo stesso per gli anni successivi? Sembra infatti che a partire dal 2027 i lavoratori vicini alla pensione dovranno aspettare qualche mese in più per potersi ritirare dal lavoro.
Ma è davvero così? Vediamo infatti qual è la situazione, e cosa effettivamente cambierà nei prossimi anni per chi vuole ritirarsi con la Pensione di Vecchiaia.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al Canale Notizie.
Pensione, dal 2027 non più a 67 anni: la denuncia della CGIL
Giorni fa il sindacato della CGIL aveva denunciato che dal 2027 saranno necessari per l'accesso alla Pensione di Vecchiaia non più 67 anni d'età, bensì 67 anni e tre mesi. A sua volta, per la Pensione Anticipata, sarebbero serviti dal 2027 ben 43 anni e 1 mese di contributi.
Ma perché questo innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi? Secondo la CGIL, l'INPS "avrebbe aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso". E questo sulla base dell?incremento atteso dell?aspettativa di vita, come precisa il Sole 24Ore.
In effetti, già nei mesi scorsi il presidente dell?ISTAT, Francesco Maria Chelli, aveva parlato di una crescita importante della speranza di vita a 65 anni. Addirittura si parlava di una crescita dell?età di pensionamento a 67 anni e tre mesi nel 2027.
Se tutto ciò diventasse realtà, a pagarne le spese sarebbero quelli nati nel 1960, che appunto rischiano nel 2027 di dover aspettare altri 3 mesi prima di poter aderire alla Pensione di Vecchiaia.
Addirittura, precisa il Sole 24Ore, c?è anche il rischio di creare nuovi "esodati?. In effetti, chi ha aderito all'isopensione o ad altre opzioni "anticipatorie" potrebbe trovarsi per alcuni mesi senza tutele.
Pensione non più a 67 anni? La smentita dell'INPS
"L?INPS smentisce l?applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L?Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate".
Questa è la risposta dell'Istituto Previdenziale all'indomani del comunicato della CGIL, che mette così la parola fine a questa polemica.
Un bel sospiro di sollievo per tutti i contribuenti, no? In realtà la partita è ancora aperta.
Precisa l'ANSA, l'ISTAT dovrebbe pubblicare questa primavera il dato sulla speranza di vita. Appunto il dato necessario "per decidere l'eventuale l'adeguamento dell'età di pensionamento nel 2027".
Se la speranza di vita non dovesse cambiare rispetto a oggi, allora anche nel 2027 i requisiti per l'accesso alla Pensione di Vecchiaia e Anticipata potrebbero rimanere quelli odierni, ovvero:
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67 anni di età e 20 anni di contributi per la Vecchiaia,
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41-42 anni e 10 mesi di contributi (indipendentemente dall'età) per l'Anticipata.
Pensione a 67 anni possibile anche dopo il 2027?
In molti sperano ancora oggi di poter uscire nel 2027 (e anche negli anni successivi) a 67 anni. Ma difficilmente sarà così.
Con l'avanzare dell'aspettativa di vita, inevitabilmente l'età anagrafica per ritirarsi con la Pensione di Vecchiaia si sposterà sempre più avanti. E lo stesso vale anche per le opzioni anticipatorie, come Ape Sociale, Opzione Donna e tante altre.
Tempo fa, in occasione dell'audizione sul Psb davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, l'ISTAT aveva delineato uno scenario abbastanza preoccupante per i futuri pensionati.
Secondo i loro calcoli, chi inizia a lavorare oggi rischia di andare in pensione nel 2051 direttamente a 69 anni e 6 mesi anni, altro che a 67 anni.
A meno che la normativa non cambi, per poter andare in pensione a 67 anni (o prima) anche dopo il 2027 toccherà accumulare quanti più anni di contribuzione possibili, così da poter accedere alle opzioni anticipatorie. Sempre se non elimino nel frattempo anche queste ultime.