Come tutti sappiamo, per uscire con la Pensione di Vecchiaia tocca avere 67 anni e 20 anni di contributi maturati.
Tranne in un caso specifico. Sempre la normativa di riferimento prevede una specie di "sconto" per chi rispetta un particolare requisito.
Se però questo requisito è praticamente impossibile da rispettare, non rimane altro da fare che affidarsi alle altre opzioni oggi disponibili per uscire entro o prima dei 66 anni.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Tutto e di Piu'.
Pensione a 66 anni, quando è possibile ritirarsi prima
Ad oggi ci si può ritirare a 66 anni soltanto se, come richiedente della Pensione di Vecchiaia, abbiamo almeno 3 figli.
E' quanto previsto dall'articolo 1, comma 40 lettera c) della legge 335/1995: l?età pensionabile può essere ridotta di 4 mesi per figlio, fino a un massimo di 12 mesi di riduzione.
Non è il massimo come "sconto", tra l'altro in Italia non sono molte le famiglie che hanno più di tre figli. Stando alla Stampa, sono poco più di 440mila le famiglie con 3 o più figli nel proprio nucleo familiare.
Tra l'altro questo "sconto" non spetta a tutti coloro che hanno più di 3 figli: questa riduzione è infatti prevista solo per le lavoratrici madri che hanno contributi a partire dal 1996.
Ovvero le cosiddette lavoratrici "contributive", cioè coloro che non hanno alcun contributo sotto regime retributivo.
Pertanto, oltre che avere 3 figli, chi vuole andare in pensione a 66 anni deve avere solo contributi dal 1996 ad oggi.
Se non altro, la lavoratrice in questione potrà uscire con 20 anni di contributi e con un assegno che deve essere pari solo a una volta il trattamento minimo.
Una situazione decisamente migliore rispetto alle alternative che ci sono oggi.
Pensione a 66 anni, quali alternative ci sono
Oltre alla Pensione di Vecchiaia con lo sconto "figli", per andare in pensione a 66 anni abbiamo come alternative Quota 84 e Pensione Anticipata Fornero.
Quella più vicina alla Vecchiaia (almeno a livello contributivo) è Quota 84, altresì nota come Pensione Anticipata Contributiva.
Bastano solo 20 anni di contributi effettivi per potersi ritirare a 64 anni, ma rispetto alla Pensione di Vecchiaia la soglia minima dell'assegno dovrà essere:
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3 volte il trattamento minimo per i lavoratori,
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2,8 volte il trattamento minimo per le lavoratrici con un figlio,
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2,6 volte il trattamento minimo per le lavoratrici con 2 o più figli.
Pertanto, Quota 84 è accessibile solo a chi matura un assegno non da 500 e passa euro, ma da 1.400-1.600 euro.
In alternativa possiamo aderire alla Pensione Anticipata, ma tocca avere 41-42 anni e 10 mesi di contributi: più del doppio del requisito contributivo della Vecchiaia e di Quota 84.
In compenso, però, l'assegno non è calcolato con il modello contributivo, come invece accade con Quota 84.
Pensione a 66 anni, a quanto ammonta l'assegno
Uscendo a 66 anni con la Pensione di Vecchiaia l'assegno non sarà equiparabile a quello previsto in uscita a 67 anni.
Anche se la differenza non sarà abissale: nel 2024 il coefficiente di trasformazione per i 66enni è di 5,391%, mentre quello per i 67enni è di 5,575%.
Facendo un paio di calcoli, se su uscisse con soli 20 anni di contributi a 67 anni (partendo da una RAL di 30mila euro), si avrebbe un assegno pari a 805 euro netti.
Uscendo invece a 66 anni, l'assegno sarebbe di 780 euro netti di pensione.
Alla fine la perdita è di soli 25 euro, ma a giudicare dall'assegno sarebbe già così impossibile accedere a Quota 84.
Teoricamente, per uscire con la Pensione Anticipata Contributiva la RAL di riferimento dovrebbe essere almeno il doppio per raggiungere le soglie minime di 2,8 - 3 volte il trattamento minimo.
Discorso diverso per la Pensione Anticipata, che premia invece il cumulo contributivo. Se con la stessa RAL di prima maturassimo 42 anni e 10 mesi di contributi, si avrebbe come assegno finale circa 1.530 euro netti.