Pensione a 64 anni, dal 2025 scatta una nuova regola per ritirarsi prima

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 20/12/2024 10:15

Pensione a 64 anni, dal 2025 scatta una nuova regola per ritirarsi prima

Uscire a 64 anni oggi richiede il rispetto di alcune regole precise, e così sarà anche nel 2025.

Dal prossimo anno, però, sembra che verrà introdotta un'ulteriore regola proprio per chi vuole andare in pensione a 64 anni.

Vediamo meglio quali sono i nuovi requisiti in arrivo nel 2025, e a cosa stare attenti.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Tele Italia.

Pensione a 64 anni, nuova regola per uscire prima

Stando a quanto riportato dall'ANSA, di recente in Manovra è approdato un emendamento per aiutare tutti coloro che vogliono andare in pensione a 64 anni.

L'aiuto consisterebbe nell'introdurre una nuova regola in merito a Quota 84, la principale uscita prevista per chi vuole ritirarsi tre anni prima rispetto alla Pensione di Vecchiaia Fornero.

Per chi non se lo ricordasse, ad oggi questa Quota prevede il rispetto di alcune regole, quali:

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    il raggiungimento dell'età anagrafica di 64 anni;

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    l'accumulo di 20 anni di contributi;

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    la maturazione di un assegno previdenziale pari o superiore a 3 volte il trattamento minimo (2,6-2,8 volte in caso di lavoratrice con figli a carico).

Si aggiungerebbe a queste anche la seguente regola: il contribuente potrà arricchire l'assegno previdenziale utilizzando i contributi già versati in un fondo complementare "solo se ha già 20 anni di contributi e se è pienamente nel regime contributivo", riporta l'ANSA.

In questo modo, il lavoratore potrebbe arricchire il proprio montante contributivo con i soldi maturati nel fondo pensione, così da adempiere al requisito dell'importo minimo dell'assegno previdenziale.

Ovviamente quest'opzione è possibile solo se si rispettano le regole sopraccitate. A conti fatti, riporta l'agenzia, la pensione a 64 anni sarebbe possibile solo a una platea abbastanza contenuta, stimata attorno a 80mila lavoratori.

Pensione a 64 anni, a quanto ammonta l'assegno

Uscendo a 64 anni con soli 20 anni di contributi, difficilmente l'assegno previdenziale risulterà sostanzioso. Anche se tutto dipende (come sempre) dal montante contributivo che si è accumulato durante la carriera lavorativa.

Purtroppo chi accede a Quota 84 dovrà avere contributi versati in regime contributivo, quindi dal 1996 a oggi. Pertanto, il calcolo finale sarà completamente sotto modello contributivo, con tanto di applicazione dei coefficienti di trasformazione.

Proprio a causa dei sopraccitati coefficienti, per poter arrivare all'importo minimo richiesto (circa 1.800 euro), bisognerebbe avere accumulato più di 400mila euro di contributi.

Per arrivare a una cifra del genere, il lavoratore dovrebbe mettere da parte circa 20mila euro di contributi ogni anno: una cifra possibile solo per chi detiene uno stipendio annuo superiore a 60mila euro.

Ecco spiegato perché solo poco più di 80mila lavoratori avranno modo di accedere a Quota 84 nel 2025.

Pensione a 64 anni, ma conviene questa soluzione?

Come visto sopra, uscire a 64 anni con 20 anni di contributi a queste condizioni potrebbe non essere il massimo.

Anche davanti alla prospettiva di poter accorpare i contributi insieme, per raggiungere l'importo richiesto bisognerebbe avere prima di tutto un reddito (o stipendio) decisamente alto.

Se si vuole a tutti i costi andare in pensione a 64 anni, l'unica soluzione sarebbe quella di maturare quanti più contributi possibili.

In tal caso, però, Quota 84 non sarebbe più la scelta migliore. Anzi, converrebbe aderire alla Pensione Anticipata, che, pur richiedendo 41-42 anni e 10 mesi di contribuzione, almeno garantisce un calcolo più generoso dell'assegno finale.

In alternativa, si può fare domanda per Opzioni come Ape Sociale o Quota 103, ovviamente se si è riusciti a maturare i requisiti previsti.

Il problema è che sono tutte alternative molto "onerose" in termini di anni contributi, visto che in quasi tutti i casi è richiesta una contribuzione "effettiva" di 35 anni.

Un requisito difficile da raggiungere oggigiorno, soprattutto per la stragrande maggioranza dei giovani lavoratori.

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