Pensione a 62 anni, conviene davvero? Vantaggi e svantaggi per chi esce prima

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 09/11/2024 10:15

Pensione a 62 anni, conviene davvero? Vantaggi e svantaggi per chi esce prima

Andare in pensione a 62 anni è possibile anche nel 2025, ma non è detto che sia comunque una soluzione conveniente, tra importi, requisiti e soprattutto oneri da rispettare.

Infatti, a seconda dei casi, uscire con 5 anni di anticipo rispetto alla pensione ordinaria (o di "Vecchiaia") offre non solo vantaggi ma anche svantaggi.

Per questo è meglio valutare tutto quanto per bene, dai requisiti agli oneri, prima di ritirarsi dal lavoro.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Zona Pensioni.

Pensione a 62 anni, quali sono gli svantaggi nel 2025

Intanto partiamo dal fatto che uscire a 62 anni è possibile solo se si aderisce a delle specifiche Opzioni Anticipatorie. Ovvero a soluzioni previdenziali che prevedono di uscire prima rispetto alla pensione di Vecchiaia, ma con requisiti e oneri maggiori.

Per andare in pensione a 62 anni nel 2025 occorre quindi guardare a Opzioni eQuote quali:

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    Pensione Anticipata,

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    Quota 103,

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    Opzione Donna,

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    Quota 97,6 e affini.

Partendo subito dagli svantaggi, tutte le soluzioni prevedono molti più contributi rispetto alla Vecchiaia. Addirittura il doppio nel caso dell'Anticipata: 41-42 anni e 10 mesi di contributi, contro i 20 dell'ordinaria.

Pressoché uguale anche per Quota 103, che prevede un requisito contributivo di 41 anni. Più, una soglia minima di assegno che va dalle 2,6 alle 3 volte il trattamento minimo (cioè dai 1.400 ai 1.600 euro circa).

Invece, sono più leggere a livello di requisiti contributivi Opzione Donna e Quota 97.6, che richiedono 35 anni di contributi, e sempre con la possibilità di uscire a 62 anni (61 nel caso di Opzione Donna).

Ma a parte quello contributivo, uscire a 62 anni richiede anche come requisito (il più delle volte) l'appartenenza a specifiche categorie.

Ad esempio, per aderire a Opzione Donna bisogna essere lavoratrici o caregiver, o con invalidità o attive presso aziende in crisi. Per Quota 97.6, invece, bisogna avere svolto lavori usuranti e aver conseguito dei turni di notte (78 giorni all'anno di lavoro di notte, se meno tocca aspettare qualche anno).

Altro svantaggio è che se si accede a uscite anticipatorie come Opzione Donna e Quota 103, il montante contributivo viene calcolato sotto modello contributivo, anche con anni contributivi registrati in periodo retributivo. Il risultato è un assegno finale più ridotto rispetto a quello calcolato col misto.

Pensione a 62 anni, quali sono i vantaggi nel 2025

Detto ciò, andare in pensione a 62 anni ha comunque i suoi vantaggi.

Il primo fra tutti è quello di potersi ritirare dal lavoro invece di dover aspettare altri 5 anni prima dell'uscita. Col rischio che, all'avvicinarsi dei 67 anni, all'improvviso scatti un aumento dei requisiti tale da bloccarci al lavoro per ancora qualche anno.

Oltre a questo, i vantaggi dipendono per lo più dalla tipologia di uscita.

Ad esempio, la Pensione Anticipata è vantaggiosa perché permette di ritirarsi anche prima dei 62 anni d'età, e con un assegno calcolato col misto retributivo (quindi nessuna penalizzazione).

Nel caso di Opzione Donna, il ritiro è anticipabile di altri 2 anni se si hanno figli a carico, così da portare l'uscita a 59 anni e sempre con lo stesso requisito contributivo.

Pensione a 62 anni, ma alla fine conviene davvero?

Uscire 5 anni prima della Vecchiaia una volta poteva convenire davvero, anche perché non esistevano ancora le varie penalizzazioni odierne, come il calcolo solo contributivo o l'assegno minimo da maturare.

Oggi invece non conviene andare in pensione a 62 anni. O meglio, se uno non ha più voglia di lavorare, allora sì, il ritiro anticipato conviene.

Ma toccherà accettare un assegno che, anche nel caso fortuito del calcolo misto-retributivo, sarà comunque ridotto a prescindere, e questo a causa del coefficiente di trasformazione, che per chi esce a 62 anni è a 4,770% (per la cronaca, quello per l'uscita a 67 anni è a 5,525%).

Si tratta di un gap che può ridurre l'assegno anche di diverse centinaia di euro all'anno, a seconda della quantità di contributi versati in regime contributivo.

A conti fatti, se uno vuole uscire a 62 anni, allora è meglio che si affidi alla Pensione Anticipata, visto che non ha troppi limiti d'accesso (le alternative sarebbero Quota 41 lavoratori precoci o Ape Sociale, entrambe accessibili solo per alcuni lavoratori) e gode del calcolo misto-retributivo.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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