Non tutti i pensionati riceveranno l'aumento previsto a inizio anno con la rivalutazione.
Purtroppo nel 2025, in via del tutto eccezionale, diversi titolari di pensione si ritroveranno a bocca asciutta, e questo per via di una recente disposizione nazionale.
Vediamo chi sono gli sfortunati che non riceveranno alcun incremento a partire dal 1 gennaio.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Radio UCI APS.
Pensione 2025, ecco i pensionati che non riceveranno l'aumento
"[...] in via eccezionale, per l?anno 2025, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici [non sarà] riconosciuta ai pensionati residenti all?estero".
Così recita l'articolo 27 del disegno di legge della Manovra di Bilancio: il prossimo anno i pensionati all'estero non potranno avere alcun aumento sulla pensione.
Come precisa anche il testo, si tratta appunto di un caso anomalo, visto che negli anni precedenti i pensionati all'estero hanno sempre avuto modo di accedere alla rivalutazione delle pensioni (o altresì nota come perequazione).
Va detto che non tutti i pensionati all'estero saranno privati dell'aumento. Lo stesso articolo sottolinea come l'esclusione dalla perequazione riguarderà solo i titolari di trattamenti pensionistici
"[...] complessivamente superiori al trattamento minimo INPS, con riferimento all?importo complessivo dei trattamenti medesimi".
Quindi, solo coloro che hanno più della minima subiranno questa privazione.
E quanti sono? Stando ai dati dell'INPS, circa 353.514 percepiscono la pensione all'estero. Ma solo 60.746 hanno assegni superiori alla minima.
Di questi, precisa Fanpage, 42mila hanno assegni inferiori a 1.700 euro (lordi) al mese, mentre circa 8 mila ricevono una pensione media da 4.800 euro al mese.
Pensione 2025, a quanto ammonta la perdita
Ufficialmente la rivalutazione per il prossimo anno è fissata allo 0,8%, che tradotto in euro equivarrebbe a un incremento mensile di 1,8 euro, ovvero circa 2 euro. Ma questo riguarda il trattamento minimo.
Per chi ha una pensione con importi superiori, il guadagno è in realtà decisamente più generoso. E questo perché la percentuale della perequazione si applica direttamente sul rateo mensile, pertanto più è alto l'importo, maggiore è l'aumento.
Inoltre nel 2025 non saranno applicate le stesse aliquote di quest'anno, che hanno portato anche a un taglio del 78% sulla percentuale di rivalutazione.
Il prossimo anno il taglio massimo sarà infatti del 25%, e solo per pensioni con importi superiori 5 volte la minima.
Ovviamente tutto questo non sarà previsto per chi risiede all'estero, per cui se uno ha una pensione da 4.800 euro, dovrà dire addio all'aumento spettante di 28-29 euro.
Lo stesso vale per chi detiene un assegno previdenziale da 1.700 euro, il cui aumento spettante è di circa 13-14 euro.
Pensione 2025, ma perché quest'esclusione?
Davanti a tutto questo, una domanda sorge spontanea: perché questa "esclusione" praticamente inedita per i pensionati all'estero?
Lo dice il testo stesso:
"L?obiettivo è, in particolare, di limitare l?effetto della perequazione sugli importi pensionistici dei pensionati residenti all?estero solo ai pensionati con reddito pensionistico superiore all?importo minimo".
In pratica è un modo per contenere ancora di più le spese previdenziali previste per l'estero, permettendo l'aumento solo a coloro che hanno la minima, ai quali andrà appunto un extra annuo di a malapena 2 euro in più al mese.
Quindi, riassumendo, chi è pensionato all'estero si è ritrovato quest'anno con:
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e ora la privazione della rivalutazione annua.
Addirittura alcuni pensionati dovranno pagare più tasse sul proprio rateo mensile a causa della sospensione di una particolare convenzione.
Davvero un bell'anno per i pensionati all'estero.