Panetta su inflazione, salari e credito

09/07/2024 17:50

Panetta su inflazione, salari e credito

Inflazione in rallentamento, occhio ai servizi

Questa mattina il Governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta è intervenuto all'assemblea annuale dell'ABI-Associazione Bancaria Italiana. Il Governatore ha svolto alcune interessanti considerazioni sui principali temi di economia, finanza e politica monetaria che attualmente sono al centro dell'attenzione di operatori e investitori.
L'inflazione nell'eurozona prosegue la sua flessione dai massimi dall'inizio degli anni '80 toccati fine 2022 sopra quota 10% (poco sotto il 6% per il dato "di fondo" che esclude le componenti energetiche e alimentari).

A giugno l'inflazione si è attestata al 2,5% (2,9% di fondo).

Alcuni osservatori hanno fatto notare che l'inflazione del settore servizi è ben più alta, pari al 4,1%, e desta preoccupazioni. Secondo Panetta queste ultime dovrebbe essere ridimensionate in quanto "i prezzi dei servizi tendono a muoversi in modo diverso da quelli dei beni", ovvero in ritardo rispetto a quelli dei beni.
Inoltre è da fine anni '90 che nell'area euro l'inflazione nei servizi è stabilmente al di sopra di quella dei beni industriali non energetici.

La crescita dei salari non desta preoccupazioni

Un altro tema di discussione degli ultimi mesi è quello della crescita dei salari.

Il pericolo di innesco di una spirale prezzi-salari è stato uno dei timori principali della BCE che infatti ha atteso i dati sui rinnovi dei contratti di lavoro del primo trimestre (usciti a inizio giugno) prima di procedere con il taglio dei tassi ufficiali nella riunione del Consiglio Direttivo del 6 giugno.
Per Panetta il calo dei costi dei fattori produttivi degli ultimi mesi permette alle aziende di non trasferire gli aumenti salariali sui prezzi finali. Inoltre, dopo le perdite di potere di acquisto degli anni scorsi il recente aumento consente di riallineare i salari ai prezzi di acquisto dei beni, trend che rallenterà man mano che il divario si riduce.

Frena il credito ma l'economia resiste

Per quanto riguarda le condizioni del credito si evidenzia la massiccia flessione registrata a partire da fine 2020-inizio 2021 (COVID), con ulteriore accelerazione dalla seconda metà del 2022 a causa della massiccia stretta monetaria attuata dalla BCE.

Panetta fa notare che la "decelerazione del credito è di entità paragonabile a quella che caratterizzò gli episodi di crisi dello scorso quindicennio": il riferimento è al 2008-2009 (crisi dei subprime americani) e al successivo rallentamento economico. I danni sulla congiuntura sono però stati ben meno consistenti, soprattutto grazie "eccezionali misure di sostegno adottate dalle autorità in risposta alle crisi sanitaria ed energetica".

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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