OpenAI, azienda leader mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale, è di nuovo nel bel mezzo di una tempesta. Dopo il tentativo di golpe contro il CEO Sam Altman, accusato di aver deviato dall'obiettivo originale dell'azienda trasformandola in un'impresa orientata al profitto, ora si dimette Mira Murati, responsabile operativa e chief technology officer. Non solo, anche altri due dirigenti tecnologici, Bob McGrew e Barrett Zoph, lasciano l'azienda.
La trasformazione
Queste notizie emergono in un momento cruciale, in quanto pare che OpenAI, nata con un'orientamento filantropico e non profit, stia per essere trasformata in una compagnia for profit. Già da tempo si ventilava l'ipotesi di questa evoluzione verso una società commerciale "normale", soprattutto alla luce degli ingenti investimenti da parte di Microsoft e altri potenziali investitori, tra cui Nvidia e Apple.
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Tuttavia, la trasformazione, che richiederà almeno un anno per completare i passaggi legali, rappresenta un vero e proprio terremoto per l'azienda. Infatti, da tempo si avvertiva un certo malessere tra i ricercatori, che vedevano con preoccupazione la trasformazione del loro laboratorio in un'impresa commerciale. In un'azienda focalizzata sull'assunzione di venditori, esperti di finanza e marketing, molti scienziati si sono sentiti emarginati.
In passato altre dimissioni …
Gli esodi non sono iniziati solo con la Murati: già Dario Amodei aveva lasciato l'azienda prima del lancio di ChatGPT per fondare la sua Anthropic. Inoltre, a maggio, si sono dimessi Ilya Sutskever, considerato il vero padre di ChatGPT, e altri due capi della ricerca, John Schulman e Jan Leika. Questi addii, insieme al cambio di rotta dell'azienda, stanno creando non poche turbolenze nel panorama dell'intelligenza artificiale.
(Redazione)