Il mondo delle criptovalute in Italia è prossimo ad un cambiamento significativo. La Legge di Bilancio 2025 introduce nuove norme fiscali per il trattamento delle plusvalenze derivanti da cripto-attività, le relative obbligazioni dichiarative e le opportunità di rivalutazione. Questa modifica, pur volendo regolamentare un settore in rapido sviluppo, potrebbe impattare la competitività del mercato italiano rispetto ad altre nazioni.
Aumento dell'aliquota
Il cambiamento principale è l'aumento dell'aliquota fiscale sulle plusvalenze derivanti da cripto-attività, da un 26% attuale al 33% dal 2026. Lo scopo è quello di parificare il trattamento delle criptovalute a quello di strumenti finanziari tradizionali. Inoltre, dal 2025, verrà abolita la soglia di esenzione di 2.000 euro. Di conseguenza, tutti i guadagni derivanti da transazioni in criptovalute dovranno essere dichiarati e tassati, una decisione che potrebbe dissuadere piccoli investitori.
La Legge di Bilancio 2025 introduce anche una definizione più precisa di cripto-attività, in linea con le normative europee. Si tratta di "una rappresentazione digitale di valore o di diritti trasferibili e memorizzabili elettronicamente attraverso una tecnologia di registro distribuito o simile". Questo potrebbe allargare l'ambito degli asset tassabili, includendo non solo Bitcoin ed Ethereum, ma anche stablecoin, NFT e altri strumenti basati su blockchain.
Cosa cambia per gli investitori?
La legge prevede anche la possibilità di rivalutazione per chi possiede cripto-attività al 1° gennaio 2025. Gli investitori potranno ricalcolare il valore fiscale dei propri asset, assumendo come base il valore di mercato di quella data e pagando un’imposta sostitutiva del 18%. L'imposta potrà essere pagata in un'unica soluzione entro il 30 novembre 2025 o in tre rate annuali, con un interesse del 3% sulle rate successive alla prima.
Con l'abolizione della soglia di esenzione, tutti i detentori di cripto-attività dovranno dichiarare le plusvalenze nel quadro RT della dichiarazione dei redditi, indipendentemente dall'importo. Inoltre, gli asset digitali dovranno essere indicati nel quadro RW, per il monitoraggio fiscale, come già avviene per gli investimenti all'estero.
L'aumento della tassazione e l'abolizione della soglia di esenzione potrebbero rendere il mercato italiano delle criptovalute meno competitivo rispetto ad altre nazioni europee, come Portogallo e Germania, dove la tassazione è più favorevole. Tuttavia, le nuove norme cercano di regolamentare un settore che fino a poco tempo fa sfuggiva quasi completamente al controllo fiscale.
Maggiore certezza con aumento della tassazione
Le nuove regole della Legge di Bilancio 2025 rappresentano un cambiamento importante per gli investitori in cripto-attività in Italia. Da un lato, la regolamentazione fornisce maggiore certezza, dall’altro le nuove tasse e obblighi dichiarativi potrebbero rendere il mercato più oneroso per trader e investitori. Alcuni potrebbero persino considerare di trasferire la residenza fiscale in Paesi con regimi più favorevoli. In conclusione, la finanza digitale non è più un territorio senza regole. Il Fisco italiano ha iniziato a regolamentarlo e gli investitori dovranno tenere il passo. Tali modifiche potrebbero rendere il mercato italiano meno competitivo rispetto ad altre giurisdizioni europee.
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(Redazione)