La caduta di Nexi
Seduta all'insegna della debolezza oggi per Nexi, una delle tante nelle ultime settimane. Ma guardando poco più indietro le cose sono andate anche peggio per gli azionisti. Ricordiamo infatti che da fine luglio il titolo ha perso oltre il 15%, toccando il 18 agosto il minimo storico a 6,4680 euro.
Alla base di questa flessione troviamo una serie di eventi negativi, quasi una tempesta perfetta che si è abbattuta sul gruppo attivo nei pagamenti elettronici.
Una prima indicazione negativa è arrivata poco prima della metà di luglio con la sconfitta nella gara per l'esclusiva della monetica di Banco BPM, gara che ha visto prevalere Gruppo BCC Iccrea e FSI con successiva firma di un'accordo per la realizzazione di un’unica piattaforma tecnologica con importanti economie di scala: la newco (numero due in Italia con il 10% del mercato) che potrà sfruttare le oltre 1.300 filiali di Banco BPM e delle 117 BCC con quasi 2.500 sportelli del Gruppo BCC Iccrea (quasi il 20% delle filiali bancarie presenti in Italia).
Per Nexi significa molto probabilmente il mancato rinnovo dell’accordo commerciale attualmente in essere con BPM, con perdita di 80-100 milioni di euro all'anno di ricavi e 35-40 milioni di EBITDA, pari al 4-5 per cento del totale.
Nella conference call di presentazione dei risultati del primo semestre 2023 l'a.d. Paolo Bertoluzzo ha affermato che l'arrivo del nuovo operatore non avrà impatti significativi quest'anno e il prossimo: per i successivi lo scenario è incerto, dipenderà dalla capacità di Nexi di trattenere clienti e dalla capacità del nuovo concorrente di attrarli.
Dati semestrali deludenti
E veniamo al secondo (e più importante) fattore di debolezza di Nexi in Borsa.
Il gruppo ha chiuso il secondo trimestre con risultati in crescita ma in rallentamento rispetto al primo: i ricavi segnano +7,3% a/a (da +9,0%) l'EBITDA +10,1% a/a (da +13,6%). Nel primo semestre l'utile si attesta a 273,1 milioni di euro, +8,0% a/a. Confermata la guidance 2023. Alcuni importanti broker come Exane BNP Paribas ed Equita non hanno nascosto la delusione apportando correzioni al ribasso al target del titolo.
L'ultima trave a cadere su Nexi è stata quella del tonfo di Adyen subito dopo Ferragosto.
Il gruppo olandese dei pagamenti elettronici Adyen ha perso quasi il 50% a seguito della pubblicazione dei risultati del primo semestre dell'esercizio: EBITDA in calo del 10% a/a a 320 milioni di euro contro i 386 del consensus, ricavi saliti del 21% a/a a 739 milioni contro il +25% della guidance.
Attenzione ai rumor su Barclays
Oggi circola però l'indiscrezione di Reuters secondo cui Barclays sta valutando la vendita di una quota della sua divisione merchant acquiring (gestione pagamenti esercenti), nell'ottica di una riorganizzazione del business globale dei pagamenti con l'obiettivo di allocare al meglio il capitale al fine di sostenere il titolo in Borsa.
Secondo i rumor il gruppo britannico durante l'estate ha distribuito una presentazione presso potenziali interessati (tutti gruppi attivi nel settore). La divisione è valutata in 2,3 miliardi di euro. Ricordiamo che all'inizio dell'estate si erano diffuse indiscrezioni secondo cui Nexi stava valutandola vendita di asset non essenziali con l'obiettivo di incassare 8-900 milioni di euro per poi reinvestirne circa 600 nella partnership con BPM.