Mutui a tasso fisso o variabile? La scelta degli italiani dopo lo stop della BCE.

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 10/11/2023 16:58

Mutui a tasso fisso o variabile? La scelta degli italiani dopo lo stop della BCE.

La politica di stretta monetaria attuata dalla Banca Centrale Europea potrebbe essere prossima alla sua conclusione. Ne consegue il dubbio per i futuri mutuatari se sia più conveniente optare per un mutuo a tasso variabile, vista l'attuale preferenza, che supera il 90% delle richieste e delle erogazioni, per il mutuo a tasso fisso. 
 

Dati statistici 
 

Analizzando i dati recenti, l'ultima analisi mensile di MutuiOnline.it indica che a settembre l'Euribor, indice di riferimento per i mutui variabili, è salito al 3,87%, in aumento rispetto all'3,78% di agosto e mezzo punto percentuale in più rispetto a maggio. Analogamente, l'Euribor a 1 mese è passato dal 3,63% di agosto al 3,75%. Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, gli indici di riferimento mostrano un andamento analogo, seppure con valori inferiori. 

Tuttavia, l'analisi di un solo mese non è sufficiente per determinare un cambiamento di tendenza. In ogni caso, la curva è ancora in aumento per il tasso fisso, sia considerando il tasso medio che il migliore. Non sorprende, dunque, che la preferenza per il tasso fisso continui ad aumentare, raggiungendo il 93,3% delle richieste nel terzo trimestre dell'anno. Al contrario, il tasso variabile continua a perdere terreno, attestandosi al 5,2%. 

Nicoletta Papucci, Direttrice Marketing di MutuiOnline.it, ha commentato che "L'aumento dei tassi variabili ha spinto molti italiani a preferire la sicurezza offerta dalle rate fisse". Meno del 30% dei mutui attivi sono a tasso variabile. 
 

Per quanto riguarda le motivazioni dietro la richiesta di un mutuo, non ci sono stati grandi cambiamenti nel terzo trimestre. L'acquisto della prima casa rappresenta il 71,3% delle richieste totali, con le surroghe e sostituzioni che rappresentano poco più di un quinto del totale. La durata media dei finanziamenti richiesti è di 23,8 anni, in calo rispetto ai 24 del secondo trimestre. 

L'importo medio richiesto è in calo in cinque dei sei trimestri precedenti, a causa dei problemi economici attuali e dell'alta inflazione che sta svuotando le tasche delle famiglie italiane. Tra luglio e settembre, l'importo medio si è fermato a 129.579 euro, in forte calo rispetto ai 141.148 euro del primo trimestre dello scorso anno. 
 

In definitiva cosa conviene di più?


In considerazione dell'attuale scenario, cosa conviene fare per chi è intenzionato a richiedere un mutuo per l'acquisto di un immobile? Come sempre, le valutazioni possono essere fatte solo a posteriori. Ciò che è certo è che la scelta dipenderà dalle caratteristiche del richiedente, dalla sua propensione al rischio e dai costi associati alle diverse tipologie di tasso. Fino a quando il tasso variabile rimarrà superiore al tasso fisso, come sta accadendo da diversi trimestri, non saranno in molti a sceglierlo.

 

(Redazione)

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