Elon Musk sbaglia, e di molto, sul tema dei bot. La sua polemica con Twitter, diventata la scusa per mettere in stand-by la sua Opa sul social network, manca decisamente il bersaglio e a spiegarlo è chi studia questi account, a torto assimilati a spam e fake.
Kai-Cheng Yang e Filippo Menczer dell'Indiana University, in un articolo pubblicato dal sito The Conversation, spiegano come il tema sia assai più complesso della percentuale di utenti finti: il 5% secondo Twitter, oltre il 20% per Musk.
Musk sbaglia sui bot di Twitter.
Nella forma e nella sostanza.
Prima di tutto, spiegano Menczer e Yang (docente di Informatics and Computer Science il primo, suo allievo il secondo), bisogna fare chiarezza sui termini se si vuole misurare la quantità di account problematici su Twitter. Account fake, spam e bot sono usati come sinonimi ma non lo sono.
I primi sono quelli replicano o si sostituiscono del tutto agli account di persone vere magari neppure presenti su Twitter. Spam sono account che producono in serie contenuti promozionali non richiesti, mentre i bot sono account controllati in parte da software: possono pubblicare contenuti o effettuare interazioni semplici, come i retweet, in modo automatico, ma non sono necessariamente illegali o nocivi.
Un bot può impersonare un essere umano e pubblicare automaticamente lo spam e quindi essere contemporaneamente fake e spam.
"I bot dannosi vengono utilizzati per diffondere disinformazione, aumentare la popolarità, esacerbare i conflitti attraverso contenuti negativi e provocatori, manipolare opinioni, influenzare le elezioni, condurre frodi finanziarie. Tuttavia, alcuni bot possono essere innocui o addirittura utili, ad esempio aiutando a fare circolare notizie, fornendo allarmi in caso di calamità e conducendo ricerche", sottolineano Menczer e Yang.
Statisticamente gli account più dannosi, in termini di disinformazione, non sono i bot.
Gli studi dei due ricercatori dell'Indiana University hanno evidenziato come su Twitter (ma anche su Facebook) le notizie false relative alla pandemia di coronavirus, per esempio, siano state diffuse prevalentemente da account verificati e di alto profilo. Per questo ll semplice divieto di tutti i bot non sarebbe nel migliore interesse degli utenti dei social media.
Oltre tutto, come ricordato da Twitter stessa, identificare gli account non autentici e una sfida davvero impegnativa, visto che si evolvono e sviluppano nuove tattiche per eludere il rilevamento. Per esempio, alcuni account falsi usano volti generati dall'intelligenza artificiale per i loro profili.
Volti indistinguibili da quelli reali, anche per un occhio umano.
Se nessuno può mettere in dubbio le capacità imprenditoriali di Musk, è invece più che lecito mettere in discussione le sue competenze in molti campi.
Nonostante il suo background tecnico da anni Musk ha spostato il focus su marketing e attività commerciali in genere eppure spesso parla con eccessiva leggerezza di argomenti che sono al centro del suo business (a partire per esempio dalla guida autonoma) ma di cui lui evidentemente non è così esperto.
E il problema è che troppo spesso si comporta come un troll o come un qualsiasi frustrato leone da tastiera, pronto a diffondere fake news. Magari anche solo inconsapevolmente. Anche se fosse possibile stimare con precisione la prevalenza di account non autentici su Twitter, è la conclusione di Menczer e Yang, ciò non risolverebbe alcun problema.
"Un primo passo significativo sarebbe riconoscere la natura complessa di questi problemi. Aiuterebbe le piattaforme di social media e i responsabili politici a sviluppare risposte significative".