Negli ultimi giorni si è registrato un insolito boom di scambi: in cinque sedute, oltre 137 milioni di azioni Mps sono cambiate di mano, rappresentando quasi l'11% del capitale della banca e un controvalore di oltre 720 milioni. Il picco è stato raggiunto venerdì, con 48 milioni di titoli scambiati. Ogni seduta ha visto acquisti molto superiori alla media degli ultimi tre mesi, che si aggirava attorno a 13 milioni. Barclays viene indicata come la trader più attiva per conto dei suoi clienti.
Terzo step di privatizzazione
Tuttavia, queste numerose compravendite suscitano interrogativi. Nonostante l'istituto abbia presentato un bilancio brillante dei primi nove mesi, con un utile in crescita del 68% a quasi 1,6 miliardi, l'attenzione del mercato è focalizzata sulla terza tranche di privatizzazione di Mps. Con la questione Ita-Lufthansa risolta e il collocamento di azioni di Poste rinviato, si pensa che il governo possa presto riaprire il dossier Mps, con l'intenzione di cedere una quota della banca entro la fine dell'anno, scendendo sotto il 20%.
Si sospetta che gli investitori stiano prendendo posizione sull'istituto senese in previsione di un nuovo alleggerimento da parte del Mef (ministero dell'economia e della finanze) seguendo lo schema utilizzato da Unicredit per la sua manovra su Commerz: acquistare un pacchetto sul mercato e poi aumentare la partecipazione durante il collocamento del Mef.
Altri istituti nel mirino
Le banche italiane sono nel mirino degli investitori: Jefferies detiene oltre il 5% di Banco Bpm e Jp Morgan il 6,1% di Bper, entrambe indirettamente. Mps ha guadagnato il 102% nell'ultimo anno grazie ai buoni risultati, ma anche a causa delle voci di rischio. I sospetti ricadono sempre sugli stessi soggetti. Il primo è Banco Bpm, anche se il CEO Giuseppe Castagna ha più volte affermato che il piano della banca è autonomo.
Un altro sospettato potrebbe essere Unipol, già socio di Bper e di Popolare di Sondrio, anche se il CEO Carlo Cimbri ha limitato l'interesse per Mps a quanto necessario per saldare un'eventuale collaborazione nelle polizze. Infine, rimane l'ipotesi di un nucleo solido di investitori italiani, utile per difendere Mps da possibili attacchi esteri, contro i quali il governo avrebbe difficoltà a opporsi dopo la mossa di Unicredit su Commerz in Germania.
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(Redazione)