Microsoft chiamata a pagare oltre 28 miliardi di dollari di tasse negli USA

Microsoft si trova ora ad affrontare una richiesta di pagamento di tasse non versate per un importo di 28,9 miliardi di dollari da parte delle autorità fiscali degli Stati Uniti. Questa richiesta copre un periodo di nove anni, dal 2004 al 2013, e include interessi e sanzioni.
La società di software, nota in tutto il mondo, ha reagito prontamente a questa mossa dell'Internal Revenue Service (IRS) presentando un ricorso contro la decisione dell'ente governativo responsabile della riscossione delle tasse negli Stati Uniti.

La controversia al centro di questo conflitto è legata a un audit condotto dall'IRS nel 2012. L'audit ha esaminato il cosiddetto transfer pricing, una pratica comune utilizzata da molte società per spostare i propri profitti in paradisi fiscali. Questa strategia consente alle aziende di evitare di pagare l'aliquota fiscale sulle società prevista dalla legge statunitense. Il caso Microsoft potrebbe stabilire un importante precedente in ambito fiscale.

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