Mercato immobiliare: pesa il confronto con il 2021
Mercato immobiliare residenziale in salute nel 2022 ma con qualche colpo di tosse nella parte finale dell'anno. Questo in sintesi ciò che emerge dall'analisi dei dati dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).
Le compravendite hanno subito un netto rallentamento rispetto al 2021, anno che però ha evidenziato un andamento "drogato" dal confronto con l'eccezionale (in senso negativo) 2020: tre anni fa il mercato immobiliare venne pesantemente penalizzato dal lockdown di marzo-maggio e dalle restrizioni che vennero imposte nei mesi a seguire.
La normalizzazione dopo il rimbalzo
L'anno scorso c'è stata dapprima una fisiologica normalizzazione e poi, nella parte finale, un'inversione di tendenza con il primo dato negativo dal secondo trimestre 2020.
L'Osservatorio del Mercato Immobiliare si occupa tra le alte cose della "rilevazione e l'elaborazione delle informazioni di carattere tecnico-economico relative ai valori immobiliari". In base a queste informazioni risulta che il 2022 è andato in archivio con 784.486 compravendite, in crescita del 4,8% sul 2021.
L'analisi trimestrale evidenzia il rallentamento
L'andamento trimestre per trimestre vede il primo quarto 2022 a +12,0% sullo stesso periodo del 2021, il secondo a +8,7%, il terzo a +1,6% e il quarto a -2,1%.
Scomponendo il dato mese per mese del quarto trimestre osserviamo che a ottobre il calo (sempre su base annua) è dell'1,1%, a novembre si risale leggermente (+0,2%) per poi accelerare decisamente al ribasso a dicembre con un -4,7%.
Le mosse della BCE
Inevitabile pensare che buona parte del rallentamento dell'attività nell'immobiliare residenziale sia da attribuire alla stretta monetaria decisa dalla BCE a partire da fine luglio, quando il comitato direttivo dell'Eurotower decise il primo rialzo da 0,50% dei tassi ufficiali, seguito poi da due da 0,75% e quindi altri due da 0,50%.
Nella riunione di giovedì prossimo gli economisti si aspettano un altro +0,50%, il che porterebbe i tassi ufficiali a +3,50% rispetto al livello di sette mesi fa.
Tassi in rialzo, mutui meno convenienti
Si tratta di un cambiamento repentino dell'atteggiamento di politica monetaria dell'istituto guidato da Christine Lagarde, motivato con la necessità di ridurre l'inflazione nell'eurozona dai massimi da circa 40 anni toccati in autunno (10,6% a ottobre, 11,8% in Italia a Ottobre e novembre) e farla riavvicinare all'obiettivo di lungo periodo del 2%.
Intento sicuramente condivisibile ma con alcune conseguenze spiacevoli: tra queste l'inasprimento delle condizioni dei mutui (soprattutto quelli a tasso variabile), circostanza che rende meno conveniente l'acquisto di un immobile residenziale.