I mercati asiatici hanno registrato un aumento questa mattina, seguendo la decisione presa ieri dalla Federal Reserve di aumentare il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo così al 5,5%. Questa decisione era prevista da tempo dai mercati. L'attenzione degli esperti era focalizzata più sulle dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, che sulla decisione in sé.
Durante la conferenza stampa, Powell ha affermato che la Fed non ha ancora deciso come agire nei prossimi mesi in termini di politica monetaria. Un ulteriore aumento potrebbe avvenire in settembre, ma è altrettanto possibile che i tassi rimangano invariati. Le decisioni saranno prese in base all'andamento dell'inflazione.
Se i prezzi al consumo dovessero continuare a diminuire, come è accaduto a giugno, è probabile che la Fed decida di non aumentare i tassi nel prossimo incontro di settembre. Quest'ultima ipotesi è sostenuta dall'80% dei sondaggi. Oggi, invece, sarà il turno della BCE, quindi ci sarà grande attenzione alle decisioni di Christine Lagarde.
La borsa australiana ha chiuso in rialzo, con l'S&P/ASX 200 che ha guadagnato lo 0,73%, spinto dai titoli del settore bancario e tecnologico. L'indice è attualmente al massimo degli ultimi cinque mesi. Anche la borsa di Tokyo ha registrato una chiusura positiva, con il Nikkei che ha guadagnato lo 0,68% a 32891,16 punti, sostenuto dai settori tecnologici e finanziari.
C'è grande aspettativa per la decisione che verrà presa domani dalla Banca del Giappone. Tuttavia, l'istituto ha già dato una indicazione sui tassi di interesse, affermando che l'inflazione è sotto controllo e che i tassi rimarranno invariati per favorire la crescita economica.
Per quanto riguarda gli altri mercati azionari asiatici, si segnala un aumento di circa l'1% a Hong Kong, mentre Singapore ha guadagnato mezzo punto percentuale e il FTSE China A50 lo 0,16%. Shanghai, invece, ha registrato un calo dello 0,2%.
Per quanto riguarda Pechino, si segnala che i profitti delle aziende industriali sono diminuiti del 16,8% su base annua nei primi sei mesi del 2023, confermando la debolezza dell'economia già evidenziata dai recenti dati. Questa diminuzione segue un precedente calo del 18,8% e una riduzione del 4% nel 2022.
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