Mediobanca in flessione ieri ma non peggio dell'indice principale. Il titolo ha infatti lasciato sul terreno lo 0,61% a 12,135 euro (oscillazione giornaliera 12,05-12,285 euro) ma l'indice Ftse Mib ha ceduto l'1,07%.
Mediobanca, scontro tra cda e Soci di riferimento per le nuove nomine
La mediazione tra Mediobanca e Delfin per la composizione del consiglio di amministrazione sembra essere fallita e Mediobanca ha deciso di preparare la lista dei candidati per il suo CdA senza includere i candidati di Delfin.
Questa decisione è stata presa dopo che il comitato nomine di Mediobanca ha esaminato una lettera inviata da Delfin il 12 settembre.
Nonostante Delfin abbia ridimensionato la richiesta di cambiare gli amministratori da dieci a otto e abbia proposto un accordo sulla nomina di tre consiglieri nominati e di un presidente da scegliere di comune accordo, il comitato nomine ha ritenuto che l'assetto di governance proposto da Delfin non sia in linea con le pratiche di mercato delle principali banche quotate.
La Holding della famiglia Del Vecchio aveva insistito sulla sostituzione di Renato Pagliaro con un nuovo Presidente indipendente e condiviso.
Questa era una delle richieste avanzate dalla Holding nel corso delle negoziazioni sulla composizione del consiglio di amministrazione della banca.
Inoltre, c'è disaccordo sull'impegno a sostenere il piano triennale di Mediobanca e Delfin sembra voler discutere ulteriormente il piano già approvato.
Il comitato nomine ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla selezione del presidente da parte di un socio al 20%, ritenendo che questo possa essere interpretato in modo negativo dal mercato, specialmente per una banca d'affari che dovrebbe essere percepita come indipendente. Delfin ha anche respinto l'adesione ad altri patti o sindacati di voto.
Mediobanca, resta possibile un accordo dell'ultimo minuto tra i soci e il cda
Nel caso in cui Delfin presentasse una lista di sette nomi, potrebbe ottenere la maggioranza in assemblea (anche se c'è da valutare la posizione della BCE nel caso di presentazione di lista 'lunga' da parte di Delfin con una posizione di influenza).
Tuttavia, solo sette nomi verrebbero eletti dalla lista del CdA, mentre un posto andrebbe a un'altra lista a condizione che sia votata da almeno il 2% del capitale.
Il comitato nomine lavorerà sulla lista da presentare in assemblea mercoledì. Nonostante il tempo sia limitato, non è esclusa la possibilità di accordi dell'ultimo minuto.
Se non si raggiungono accordi, si procederà al conteggio dei voti. Attualmente, il CdA di Mediobanca può contare sul sostegno del 10.9% dei soci facenti parte del patto di consultazione, a cui si aggiunge un 7-8% di soci che tradizionalmente hanno sostenuto il consiglio, e su un 30% circa di investitori istituzionali (2/3 del totale stimando che 1/3 sia detenuto da investitori passivi).
Delfin, d'altra parte, possiede una quota del 19.8% e potrebbe ricevere ulteriori voti provenienti dal gruppo Caltagirone, pari a circa il 9%.
Il rischio principale è di avere un CdA frammentato senza una netta maggioranza, complicando la gestione della banca.
Mediobanca, lo scenario grafico
Il titolo si trova in una situazione grafica delicata ma non negativa: i prezzi stanno cercando da alcuni giorni di superare il picco del 31 luglio a 12,265, ma non trovano la giusta motivazione per lasciarsi alle spalle questo ostacolo.
La rottura decisa di area 12,25/30 sarebbe un segnale di forza interessante, capace di segnalare la ripresa dell'uptrend in atto dai minimi di marzo, con un obiettivo a 12,75 euro almeno.
Resistenza successiva a 14 euro circa (proiezione dell'ampiezza del canale crescente disegnato dai minimi di settembre 2022 il cui lato alto è stato superato dai prezzi a fine luglio.
Dopo il superamento del limite superiore di un canale è lecito attendersi un movimento di ampiezza pari a quella del canale stesso nella direzione della rottura).
Senza una spallata decisiva oltre area 12,25/30 ed in caso di discese al di sotto di 11,80 aumenterebbero i timori che quella in costruzione sia una fase di distribuzione, preparatoria ad un ribasso.
Conferme in questo senso al di sotto di 11,35 con obiettivi fino a 10,55 euro circa (massimo di inizio febbraio).