La prossima settimana si prevede l'ultima tornata di audizioni di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Lunedì sarà il turno delle associazioni produttive, della Banca d'Italia e dell'Istat, tra gli altri. Martedì, invece, testimonieranno l'Ufficio parlamentare di Bilancio e, per concludere, il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.
Successivamente, il governo dovrà fare un riassunto delle richieste emerse e lavorare su un pacchetto conciso di emendamenti. I numerosi scioperi e manifestazioni previsti potrebbero spingere a modifiche, in particolare sull'argomento delle pensioni per i dipendenti pubblici, una delle norme più contestate. Il punto delicato riguarda le pensioni.
Si sta valutando l'ipotesi di modificare la norma che, ricalcolando l'importo della pensione, colpirebbe 732mila dipendenti pubblici, tra cui 150mila medici e infermieri. Al momento, la soluzione più probabile - ma anche la più complicata in termini di coperture finanziarie da reperire - sarebbe di ridurre le pensioni solo dei lavoratori sanitari e degli altri dipendenti pubblici (tra cui i lavoratori degli enti locali) che decidono di andare in pensione anticipata.
Coloro che raggiungono l'età pensionabile non dovrebbero vedere alcuna riduzione della pensione. Una seconda soluzione, favorita soprattutto dalla Lega, sarebbe di posticipare il taglio di almeno due anni, considerando che i risparmi iniziali saranno limitati: nel 2024, ad esempio, si prevedono solo 11,5 milioni di risparmi per il bilancio statale, ma fino al 2043 la misura avrà un peso di 2,3 miliardi.
(Redazione)