I fattori di incertezza del settore lusso
Fase delicata per un settore che fino a fine primavera/inizio estate sembrava non conoscere incertezze. I titoli del lusso avevano infatti vissuto dodici mesi di continui rialzi grazie soprattutto alla tenuta dell'economia USA (nonostante la manovra restrittiva della Fed) e allo scenario positivo garantito dal definitivo abbandono della politica zero-Covid attuata dalla Cina (con conseguente totale rimozione delle restrizioni ai viaggi).
Negli ultimi mesi però si è palesato un impatto positivo dalla riapertura cinese meno intenso di quanto previsto.
In second'ordine si è fatta strada la prospettiva di dover affrontare tassi di interesse leggermente meno elevati come picco massimo ma mantenuti dalle banche centrali occidentali (Fed in primis) più a lungo prima di avviare manovre accomodanti: una prospettiva che potrebbe anche avere conseguenze negative sull'economia superiori alla precedente.
Infine, l'effetto dell'inflazione ha finito per colpire anche la domanda di beni di lusso.
Ricavi trimestrali deludenti per LVMH
Vittima illustre di questo mix di fattori è stato LVMH. Il colosso francese, che a settembre ha perso lo scettro di società europea a maggior capitalizzazione, ieri ha lasciato sul terreno circa il 6% e anche oggi ha ceduto oltre l'1,5%.
Le vendite sono scattate a seguito di un evento raro negli ultimi anni: LVMH non ha battuto il consensus sulla crescita dei ricavi.
Il terzo trimestre è infatti andato in archivio con un +9% a/a a 19,96 miliardi di euro contro attese pari a +10%. Si tratta di un progresso tutt'altro che deludente e vicino ai trend di lungo periodo del gruppo.
Nondimeno il mercato si aspettava qualcosa di più e, come sempre accade in questi casi, sono scattate le vendite.
Birkenstock crolla al debutto
Ma il calo di LVMH non è un caso isolato. Ha infatti fatto scalpore il pessimo debutto di Birkenstock al NYSE.
Lo storico gruppo tedesco dei sandali ieri nel primo giorno di contrattazione ha chiuso a 40,20 dollari, ovvero con una flessione del 12,61% rispetto ai 46 del prezzo di IPO. E non è finita qui perché anche oggi il titolo perde oltre il 4% con un minimo a 38,50.
Alcuni osservatori attribuiscono le ragioni del calo all'eccessiva valutazione attribuita nella fase di collocamento, pari a oltre 8 miliardi di dollari, quasi il doppio dei 4,35 miliardi con cui il private equity L Catterton (di cui LVMH è azionista) ne aveva acquisito l'83% nel 2021.