Luge e gas, perché molti non cambiano fornitore anche se converrebbe

18/09/2024 18:00

Luge e gas, perché molti non cambiano fornitore anche se converrebbe

Il brivido-bolletta

Luce e gas, quando nella cassetta delle lettere o nella posta elettronica troviamo la nuova bolletta da pagare un brivido corre lungo la schiena, quasi fossimo i protagonisti di un thriller nel momento di massima tensione della scena chiave del film. La situazione è stata un po' romanzata ma, di base, questo è. D'altra parte con l'aumento del prezzo della materia prima (ovvero il gas, che viene utilizzato anche per la produzione di energia elettrica) non poteva andare diversamente. Vero è che gli eccessi del 2022 sono stati in gran parte riassorbiti ma le quotazioni del gas restano ben superiori a quelle del 2020: 6-7 euro/MWh contro i 35 circa attuali. Oltre a questo elemento c'è anche il cambiamento del quadro regolatorio con il passaggio al libero mercato per tutti coloro che rientrano nelle categorie che hanno la possibilità di restare nel mercato tutelato.

Le offerte del libero mercato

Per tutti gli altri non c'è che mettersi a scandagliare le varie offerte per cercarne una più conveniente. Ma in molti sono restii a farlo per timore. Timore di cosa? Facile.it ha analizzato la situazione ed estratto le sei cause per le quali non si procede al cambio anche se sarebbe conveniente e dimostrato che si tratta di motivazioni che non hanno basi reali. Il 14% dei rispondenti al sondaggio condotto da Annalect hanno dichiarato che pensano di dover pagare qualcosa per il passaggio a un altro operatore: solo alcuni di questi ultimi ha inserito nel contratto delle penali da pagare in caso di abbandono, ma nella maggior parte dei casi il passaggio è gratuito. Il 13% pensa che si tratti di una cosa lunga e complicata: in realtà basta spedire i dati relativi alla propria fornitura e firmare il nuovo contratto, anche con strumenti digitali.

Alcuni falsi miti

Il 10% teme di dover per forza cambiare contatore, paura del tutto infondata dato che si cambia il fornitore contrattualmente e niente altro. Il 9% non cambia per il timore di vedere interrotta la fornitura: un altro falso mito! Il 6% ritiene che le tempistiche del passaggio siano interminabili: in realtà occorrono 30-60 giorni, tempi non rapidissimi ma nemmeno geologici. Infine curioso il 2% degli intervistati che pensa di aver raggiunto il numero massimo di cambi effettuabili: si può cambiare quante volte si vuole, anche se alcuni fornitori tentano di scoraggiare i passaggi compulsivi.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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