Limite prezzo petrolio russo: operazione difficile

28/06/2022 17:10

Limite prezzo petrolio russo: operazione difficile

Il G7 apre alla discussione sul price cap

Il summit del G7 si conclude con un accordo di massima tra le sette potenze economiche per esplorare la possibilità di imporre limiti di prezzo a petrolio e gas provenienti dalla Russia. Una simile iniziativa renderebbe ancora più pressanti le sanzioni imposte dall'Occidente come risposta all'invasione dell'Ucraina decisa da Vladimir Putin.
Secondo indiscrezioni il limite al prezzo del petrolio potrebbe essere messo in pratica tramite l'l'imposizione di un obbligo sui servizi finanziari, assicurativi e di trasporto mediante navi petroliere: questi verrebbero resi disponibili solo a patto che il petrolio in oggetto fosse acquistato a prezzi inferiori ai limiti prefissati.

Effetti depotenziati se Cina e India non collaborano

Secondo alcuni osservatori l'operazione presenta molte difficoltà.

Per prima cosa l'imposizione di un limite al prezzo otterrebbe l'effetto desiderato solo se Cina e India aderissero all'iniziativa. In caso contrario la Russia avrebbe gioco facile nell'aggirare il limite. I due colossi asiatici fin qui non hanno condannato in modo netto l'invasione dell'Ucraina, staccandosi quindi nettamente dalla visione del blocco occidentale.
Inoltre, stando alle fonti raccolte da Reuters, la Russia e altri Paesi "non ostili" (in primis l'India), nelle ultime due settimane si sono adoperati per trovare alternative ai servizi assicurativi e alle certificazioni delle petroliere. Alla fine della scorsa settimana l'agenzia ha riferito che la controllata di Dubai del gruppo russo Sovcomflot ha ricevuto dall'India dozzine di certificazioni per le proprie navi tanker.

Cosa deciderà Putin sul gas?

Inoltre c'è l'incognita Putin.

Come reagirebbe il presidente russo? L'Europa potrebbe forse fare a meno del petrolio proveniente dalla Russia ma sul gas la questione è molto diversa. Qualora Putin decidesse di chiudere i rubinetti il Vecchio Continente andrebbe incontro a enormi problemi per il riscaldamento (le temperature torride di questi giorni ce lo fanno dimenticare ma tra quattro mesi dovremo riaccendere le caldaie) e soprattutto per la generazione di energia elettrica indispensabile per far funzionare gli impianti produttivi.

 

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