L'Occidente ferma il petrolio russo, Cina e India ne approfittano
Seduta difficile per il settore petrolifero con il greggio che nelle ultime ore accelera al ribasso e tocca i minimi dal 31 marzo.
Il prezzo del barile subisce le inattese conseguenze del bando e del price cap sul petrolio russo decisi a dicembre e febbraio dal blocco occidentale per punire finanziariamente Mosca per l'invasione in Ucraina. Nelle intenzioni le misure avrebbero dovuto ridurre l'export russo e quindi anche i ricavi che Putin utilizza per finanziare la guerra.
Quello che è invece successo è che la Russia ha trovato l'appoggio di Cina e India che molto ben volentieri hanno accettato di incrementare le importazioni di petrolio sovietico offerto a sconto dalla Russia per incentivare l'export.
Di conseguenza i due colossi asiatici hanno ridotto la domanda di Brent e WTI facendone precipitare i prezzi sui minimi dalla seconda metà del 2021 toccati poco più di un mese fa, circostanza tutt'altro che sgradita da chi usa molto l'auto e deve spesso fermarsi per fare rifornimento.
Il crollo dei margini di raffinazione
Ma c'è anche un aspetto negativo, ovvero il crollo dei margini di raffinazione.
Cina e India, approfittando delle importazioni di petrolio russo a basso costo stanno incrementando l'attività di raffinazione del greggio per produrre carburanti e altri derivati, anche grazie all'entrata in funzione di nuovi stabilimenti di raffinazione che stanno entrando in questi mesi in Cina e Medio Oriente.
Di conseguenza si assiste a un aumento delle esportazioni di prodotti raffinati da questi due paesi e quindi a uno spostamento verso l'alto dell'offerta globale.
Questo non può che condurre a una flessione dei prezzi dei raffinati e quindi dei margini di raffinazione, grandezza decisiva per determinare la profittabilità delle aziende del settore.
Sottozero i margini di Saras
Secondo i dati raccolti da Reuters il margine europeo benchmark per la raffinazione del gasolio da autotrazione la scorsa settimana ha toccato i minimi da febbraio 2022 a 13,70 dollari/barile, grazie anche alla riattivazione delle raffinerie francesi dopo gli scioperi.
Il benchmark asiatico è sceso sui minimi da gennaio 2022 a 14 dollari/barile.
Il margine di raffinazione del Brent in Europa ad aprile ha perso oltre il 70% a 3,56 dollari/barile, quasi -60% in Asia a 2,45 dollari/barile.
Questa mattina Saras ha comunicato che l'indice EMC Reference Margin alla fine della scorsa ottava si è portato a -0,2 dollari/barile dai +3,0 nella precedente, quarto ribasso consecutivo e minimo dal primo trimestre 2022.
A fine gennaio il margine aveva sfiorato quota 16.