La Fed mostra i muscoli, momento difficile per le borse

20/06/2022 09:50

La Fed mostra i muscoli, momento difficile per le borse

La Fed vuole frenare l’impennata dell’inflazione e non nasconde la possibilità di un altro rialzo dei tassi da 75 punti base a luglio.

Anche se la borsa Usa oggi resterà chiusa per festività (Juneteenth holiday) i mercati continuano a guardare in quella direzione per ricavare indizi sulla strada da seguire.

A tenere gli investitori sulle spine è ancora la stretta monetaria guidata dalla Federal Reserve (Fed) che punta a frenare l'impennata dell'inflazione ma rischia di trascinare in recessione l'economia globale.

La stretta monetaria sembra essere solo all'inizio.

Il Presidente Jerome Powell si è impegnato sul fatto che la Federal Reserve (Fed) sia focalizzata, anzi "acutamente concentrata", sulla riduzione dell'inflazione.

"Il forte impegno della Fed nei confronti del nostro mandato di stabilità dei prezzi contribuisce alla diffusa fiducia nel dollaro come riserva di valore. A tal fine, io e i miei colleghi siamo fortemente concentrati nel riportare l'inflazione al nostro obiettivo del 2%", ha dichiarato il chairman nel corso di una conferenza il cui tema era il ruolo di valuta globale del dollaro Usa.
"Il rispetto del nostro doppio mandato dipende anche dal mantenimento della stabilità finanziaria. E l'impegno della Fed sia per il doppio mandato che per la stabilità incoraggia la comunità internazionale a detenere e utilizzare dollari", ha aggiunto Powell.

Ancora più netta la posizione di Raphael Bostic, president della Federal Reserve (Fed) di Atlanta, secondo il quale la politica dell'istituto centrale di Washington dev'essere più muscolare per combattere l'elevata inflazione Usa, salita in maggio all'8,6% annuo dall'8,3% di aprile (8,5% in marzo), segnando nuovi massimi dal dicembre 1981.

Bostic ha spiegato di avere appoggiato l'aumento dei tassi d'interesse Usa di 75 punti base deciso settimana scorsa dal Federal Open Market Committee (Fomc), aggiungendo che le soluzioni dei problemi alla supply chain tardano ad arrivare. "Significa che dovremo essere più energici nelle nostre politiche", ha dichiarato al programma radiofonico Marketplace di American Public Media.
"Stiamo attaccando l'inflazione per riportarla a un livello più normale che per noi deve essere del 2% e faremo tutto il necessario perché ciò accada", ha aggiunto.

Anche Christopher Waller, membro del Board of Governors della Federal Reserve (Fed), sostiene che sia necessario un altro maxi aumento dei tassi d'interesse Usa nel meeting di 26-27 luglio del Federal Open Market Committee (Fomc), dopo avere dato il suo appoggio al rialzo di 75 punti base deciso settimana scorsa.

"Se i dati arriveranno come mi aspetto sosterrò una mossa di portata simile nel nostro meeting di luglio", ha dichiarato nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla Dallas Society for Computational Economics. Il che porterebbe a 225 punti base l'aumento complessivo del costo del denaro da marzo.
L'ultima volta che la Fed ha alzato così tanto i tassi, ricorda MarketWatch, ci sono voluti tre anni, dal 2016 al 2018. Waller ha spiegato che "non dovrebbe essere una sorpresa" che il tasso d'interesse di riferimento venga aumentato rapidamente nel 2022. Dopotutto l'obiettivo della Fed è quello di riportare l'economia alla sua forza pre-pandemica.

Borsa Usa in forte difficoltà

Gli effetti di queste posizioni intransigenti nei confronti dell'inflazione sono evidenti sulla borsa.

Nell'arco della settimana scorsa il Dow Jones ha perso il 4,79%, l'S&P 500 il 5,79% ed il Nasdaq Composite il 4,78%. L'andamento degli indici Usa condiziona pesantemente anche quelli europei, che rischiano quindi di continuare ad essere deboli fino a che dagli Usa non inizieranno ad emergere segnali che la lotta all'inflazione sta dando i suoi frutti.
Il problema è che se i primi segnali che dovessero emergere saranno quelli di una imminente recessione per le borse la situazione potrebbe addirittura peggiorare. Fino a che lo S&P500 rimarrà al di sopra di area 3500 sarà possibile continuare a sperare nella realizzazione di un rimbalzo anche esteso, che lo riporti prima sopra area 4000 poi fino in area 4400, sotto i 3500 punti invece il target si sposterebbe a 3200/3250 (importante area di ritracciamenti sia del rialzo dai minimi del 2009 sia di quello dai minimi del 2020) con il rischio che eventuali rimbalzi si dimostrino molto meno reattivi.

 

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